[16/04/2007] Recensioni

La recensione. Il pianeta acqua - di Rossella Castelnuovo, Luca Fè d’Ostiani, Jean Marc Faurès, Pietro Greco, Doriano Pela,

Sono molti i libri sull’acqua scritti anche in tempi recentissimi a testimonianza che l’argomento nelle sue molte sfaccettature è di estrema attualità. Del resto basta sfogliare la rassegna stampa dei quotidiani dell’ultimo mese per vedere come il tema acqua, insieme a quello energia, esuli dalla questione strettamente ambientale e si ponga al centro del complesso ragionamento politico. Se ne parla molto ed è un bene, ma se ne parla sempre in modo corretto scientificamente? Non sempre.

Ecco perché, rivolgendo lo sguardo leggermente all’indietro (il testo è del 2001), abbiamo voluto parlare di questo “librettino” (meno di 200 pagine in formato tascabile) che a nostro avviso aiuta alla comprensione delle caratteristiche di questa particolare molecola. E’ scritto a più mani (cosa che non sempre garantisce una buona riuscita), ma in questo caso la multidisciplinarietà degli autori (esperti in gestione di risorse idriche, economisti, giornalisti scientifici, fisico-chimici, medici, geologi, storici) è sicuramente un valore aggiunto.

Vogliamo sottolineare l’aspetto scientifico-didattico di questo libro, caratteristica costante mantenuta dai vari autori nell’affrontare i diversi “temi” riguardanti la risorsa idrica. In quest’ottica è doveroso partire da un paradosso che riguarda il nome dato al nostro pianeta chiamato “terra” «un corpo celeste che, per la maggior parte, almeno in superficie, è coperto di acqua». E non poteva mancare un riferimento all’origine dell’idrosfera «che comprende l’insieme delle acque della superficie terrestre i cui scambi continui costituiscono un’interrotta circolazione di tutta l’acqua della terra nota come ciclo idrologico».

Ghiacciai, falde ed acqua che modella il paesaggio ma anche acqua come origine della vita: «ci sono voluti tre miliardi e mezzo di anni perché qualche organismo vivente uscisse dal ‘brodo primordiale’ per imparare a vivere all’asciutto». La nostra vita di esseri umani del resto inizia nell’acqua, nel ventre materno «come se in ognuno di noi fosse ancora presente la memoria di quei passaggi ancestrali che ci hanno portato a essere esemplari umani, partendo da progenitori antichissimi e comunque acquatici».

I biologi spiegano questo fenomeno con la formula l’”ontogenesi ricapitola la filogenesi”, cioè lo sviluppo di un individuo passa attraverso fasi che ricordano l’evoluzione della specie a cui appartiene. Sintetizzando e scavalcando le ere geologiche siamo passati dall’acqua nell’ambiente esterno, all’acqua all’interno del nostro corpo dato che negli esseri umani, a seconda delle età, la percentuale liquida è del 50%-70%. Comunque acqua è sempre sinonimo di vita, per tutti. Il composto “acqua” (la cui formula è universalmente nota ) così importante e così strano, così studiato e così poco conosciuto. Tutte le anomalie chimico-fisiche della molecola d’acqua, nella loro complessità, sono qui trattate e spiegate semplicemente: punto di fusione e ebollizione, densità, calore specifico, tensione superficiale... tutti comportamenti particolari della molecola acqua che poi riscontriamo nella vita di tutti i giorni. Nel libro non mancano dati riguardanti gli aspetti più frequentemente trattati sul tema, sia su scala globale che nazionale: dal fabbisogno idrico, all’ineguale distribuzione, ai consumi dei vari settori, agli sprechi di risorsa, ai costi tariffari e a quelli reali, alle proposte per una rinnovata gestione. Come del resto non mancano accenni agli aspetti qualitativi della risorsa e ai principali riferimenti normativi.

Certo, ovviamente qualche numero andrebbe aggiornato, ma i trend e i dati a macroscala sono ancora oggi più che attendibili. Molto interessanti sono gli aspetti socio-culturali storici ed attuali della risorsa acqua in particolare per i paesi in via di sviluppo, con gli esempi dell’organizzazione dei villaggi della regione sub-sahariana del Sahel a bassa piovosità e pressione antropica sull’ambiente limitata «qui, l’accumulo di conoscenze realizzato attraverso numerose generazioni aveva permesso alla società locale di strutturarsi secondo un sistema di organizzazione dei tempi e delle diverse modalità d’uso delle risorse di base, assieme alle relative responsabilità decisionali, basato su un’approfondita conoscenza del territorio, dei suoi andamenti climatici, e dei suoi corsi d’acqua.... della possibile ricorrenza di stagioni e fenomeni climatici fuori dall’ordinario».

Ovviamente sono trattate anche le cause della crisi di questo sistema tradizionale di gestione del territorio, come non mancano approfondimenti sul ruolo che ha avuto ed ha oggi la cooperazione internazionale. Abbiamo detto ruolo sociale ed usi dell’acqua trattati fin dai tempi delle prime civiltà storiche in cui l’uomo esprime attraverso simboli, miti e rituali il rispetto e talvolta la paura per l’acqua. Ma un dato relativamente recente che riguarda l’Italia è particolarmente significativo:«nel 1951 solo il 37% dell’acqua erogata viene venduta all’utenza (case private, esercizi commerciali..), il resto arriva ai servizi pubblici e alimenta le fontane. E’ questo il segno inequivocabile che una consistente quota delle famiglie non dispone ancora dell’acqua corrente in casa». Al 1987 il dato sale fino al 97% a testimonianza di un grosso sforzo economico per l’adeguamento infrastrutturale. La facilità con cui accediamo oggi alla risorsa idrica (basta aprire il rubinetto) e i dati sui consumi riscontrati nei Paesi del nord del mondo, testimoniano non un uso, ma un abuso di risorsa, che indica come in realtà siamo “viziati” da una scarsissima memoria storica.

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