[16/04/2007] Urbanistica

Agricoltura, condizionalità e sostenibilità fanno rima non solo a parole

LIVORNO. «Il rapporto fra agricoltura e ambiente, è uno dei nodi del futuro della nostra agricoltura. E’ perciò quanto mai necessario favorire l´applicazione delle nuove norme comunitarie relative alla "condizionalità" attraverso un approccio tecnico orientato a favorire ricadute concrete sull’ambiente, più che un approccio di natura esclusivamente amministrativa». Lo ha detto Maria Grazia Mammuccini, amministratore Arsia, durante il seminario, che si è svolto nella sede della Regione Toscana, sul tema della “condizionalità” nella Pac (politica agricola comune).

La “condizionalità” subordina i pagamenti diretti agli agricoltori al rispetto, da parte di questi ultimi, di tutta una serie di requisiti ambientali e di altro tipo, a livello nazionale e a livello europeo. Per beneficiare del regime di pagamento unico e/o di altri pagamenti diretti, gli agricoltori non sono obbligati a produrre, ma a rispettare le norme della condizionalità in due modi. Il primo è ‘condizioni agronomiche e ambientali soddisfacenti’: tutti gli agricoltori che fanno domanda di pagamenti diretti, a prescindere dal fatto che i loro terreni vengano utilizzati o meno ai fini della produzione, devono rispettare le norme che saranno stabilite dagli Stati membri. Questo nuovo requisito è una conseguenza dell’introduzione del regime di pagamento unico ed è teso a evitare l’abbandono delle superfici agricole (e le relative conseguenza per l’ambiente). Il secondo, è ‘criteri di gestione obbligatori’: gli agricoltori devono rispettare altre norme di condizionalità, note come criteri di gestione obbligatori, fissati conformemente a 19 direttive e regolamenti della UE2 che si riferiscono alla protezione dell’ambiente, alla sanità pubblica, alla salute delle piante e degli animali e al benessere degli animali. Il mancato rispetto di questi criteri da parte degli agricoltori può comportare detrazioni o anche la soppressione totale dei pagamenti diretti.

Durante il seminario di Arsia, sono stati presentati i risultati del progetto di ricerca della stessa azienda - coordinato da Luigi Omodei Zorini, del Deart dell’Università di Firenze e iniziato nel 2003 -, "Sistemi informativi e comunicazione per le politiche agroambientali – Sicpa”, che ha individuato nuovi strumenti operativi per favorire l’applicazione delle norme europee sulla condizionalità.

Il programma del progetto Sicpa ha illustrato una idonea procedura per la definizione di indicatori per la gestione sostenibile del territorio, un‘analisi a livello territoriale degli atti e delle norme di condizionalità nell´ottica di un percorso di miglioramento della gestione complessiva aziendale, ed infine la funzione della comunicazione per l´implementazione di politiche agroambientali sostenibili. Fra le criticità emerse, e già negli ultimi anni affrontate da Regione Toscana e Arsia, la mancanza di differenziazione territoriale delle norme di condizionalità, la “rigidità” di alcune norme verso una corretta gestione agronomica, difficoltà che alcune aziende possono avere per l’adeguamento strutturale in rispetto alle norme vigenti, e la carenza di strumenti adeguati di gestione per le aree di particolare interesse ambientale.

Il sistema di condizionalità delle aziende può avere una ricaduta in termini propositivi e non solo vincolistici per il miglioramento tecnologico e ambientale delle imprese, ed essere uno strumento non solo di controllo ma di miglioramento gestionale. Inoltre è emersa l’esigenza di sviluppare un sistema di comunicazione diretta alle aziende, in modo da prevenire l’applicazione di misure coercitive e repressive previste dalla legge. La comunicazione è infatti percepita come una necessità per lo sviluppo consapevole del settore agricolo. La ricerca ha poi affrontato due casi di studio – a cura dell’Università di Pisa – per teorizzare e verificare le conseguenze della condizionalità in seguito alla riforma della Pac: l’eutrofizzazione del Lago di Massacciuccoli e il paesaggio della Val d’Orcia.

In quest’ultima area, di particolare interesse naturalistico, storico e culturale, la riforma della Pac rappresenta e rappresenterà – sempre secondo lo studio - un elemento di turbativa dell’equilibrio del sistema locale di produzione che inevitabilmente si ripercuoterà sull’attuale assetto del paesaggio. Per questo la comunicazione a tutti i livelli, sarà uno strumento ancor più fondamentale – per enti pubblici regionali, locali, di area e associazioni di categoria – per accrescere il livello di consapevolezza.

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