[17/04/2007] Energia

Chavez: energia per egemonia

LIVORNO. Il vulcanico presidente venezuelano Hugo Chavez ha convocato un summit energetico di 12 Paesi latinoamericani nel paradiso turistico dell’Isola Margarita per cercare di usare le ricchezze petrolifere del Venezuela come strumento per consolidare il sostegno regionale alla sua politica anti-Usa.

Ma la riunione dei capi di stato sudamericani mette anche in evidenza le divisioni sul tema dei biocarburanti, ed in particolare sull’etanolo, ed i dissidi sempre più evidenti in questo campo di Chavez con il presidente brasiliano Lula che collabora con il governo di Washington per promuovere i biocombustibili. Il presidente venezuelano, dopo una prima fase di entusiasmo per etanolo e biodisel, condivide ora in pieno la tesi del suo amico Fidel Castro: produrre combustibile da prodotti agricoli aumenterà la fame nel Mondo.

Chavez, dall’alto delle sempre più redditizie riserve petrolifere del Venezuela e delle esportazioni sovvenzionate ai suoi vicini, vuole un’integrazione regionale che faccia da contrappeso geopolitica agli Stati Uniti: «L´impero degli Stati Uniti si finirà gradualmente, come una tigre di carta – ha detto Chavez alla vigilia del summit - e noi gente dell´America latina ci trasformeremo tigri alleate di acciaio».

Ma Chavez ha promosso anche un progetto già molto pubblicizzato: la costruzione di una immensa condotta per il gas naturale di 5.000 miglia che collegherà le riserve di gas venezuelano a Brasile ed Argentina, passando per altri paesi del Sud America. Nonostante l’antipatia per Bush, il Venezuela, è il quinto esportatore di petrolio negli Usa, ma Chavez è disposto a spostare una gran parte di questa fetta di mercato verso l´America latina che invita a rinunciare all’etanolo ed agli altri biocarburanti per contare sulle riserve petrolifere venezuelane dell´olio e sulla cooperazione che offre per lo sviluppo e la riduzione dei consumi di energia.

Una volontà egemonica che mette Chavez in contrasto con il presidente brasiliano Ignacio Lula da Silva che punta tutto sui biocarburanti e non condivide il giudizio di Fidel Castro che vede nello sviluppo di etanolo e biodisel la possibilità di una politica energetica “genocidi”.
Intanto, Chavez ha accolto i capi di stato latinoamericani in un’isola dove, con l’aiuto dei cubani, ha fatto installare negli ultimi mesi milioni di lampadine a basso consumo. «Questo pianeta è in pericolo, è in pericolo la razza umana - ha detto Chavez criticando gli alti consumi energetici degli Usa - Facciamo che cosa dobbiamo fare per conservare l´umanità».

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