[18/04/2007] Comunicati

I temi in discussione al Consiglio di sicurezza e l’intervento italiano

LIVORNO. Quali erano gli argomenti in discussione al Consiglio di sicurezza dell’Onu? All’ordine del giorno c’era una riflessione sulla relazione riguardanre l’energia, la sicurezza e il clima, e più in particolare sulle conseguenze delle modificazioni climatiche per la sicurezza, compresi i loro effetti sule cause potenziali di conflitto come l’accesso all’energia, all’acqua, agli alimenti e ad altre risorse rare, i movimenti delle popolazioni e i conflitti frontalieri.

I motivi di preoccupazione riguardavano anche la possible sommersione di interi piccolo Stati insulari e di grandi estensioni costiere, lo scioglimento dei ghiacciai, la “comparsa” di nuovi itinerari marittimi per il ritirarsi della banchisa artica.

Importanti parti del Mondo rischiano così di diventare inabitabili per l’innalzamento dei livelli del mare, per la penuria di acqua dolce o per la riduzione della capacità agricola. In conseguenza, circa 200 milioni di esseri umani potrebbero dover migrare, anche forzatamente, entro il 2100. I cambiamenti climatici rischiano di complicare ancora di più il rapporto tra risorse energetiche e rischio di conflitti armati, intanto crescerà la scarsità di risorse essenziali e questo potrebbe portare ad ulteriori instabilità e produrre vulnerabilità e conflitti. Tutto questo rischia di essere accresciuto da eventi meterologici estremi che pongono sempre più frequentemente pericolose situazioni di urgenza umanitaria che sempre più diventano crisi politiche.

Margaret Beker, ministro degli esteri della Gran Bretagna e promotrice del Consiglio di sicurezza sul clima, ha spiegato che «la responsabilità del Consiglio di sicurezza è di mantenere la pace e la sicurezza internazionale, compreso la prevenzione dei conflitti. Il rapporto Stern sugli aspetti economici del cambiamento climatico – ha sottolineato – che avrebbero l’ampiezza delle grandi guerre mondiali e della depressione, per impatto sulla sicurezza e lo sviluppo» Secondo la ministra inglese «bisogna sviluppare una percezione comune dei legami tra energia, clima e sicurezza. Questo dibattito che non ha precedenti – ha spiegato – non punta ad incidere sulle competenze di altre istanze, come l’Assemblea generale».

Al Consiglio di sicurezza dell’Onu sul clima è intervenuto per l’Italia il sottosegretario agli esteri Bobo Craxi, che ha affermato che «la modificazione del clima avrà un impatto non solamente sull’ambiente, l’economia e la salute umana, ma anche sulla stabilità e la sicurezza, in particolare quando queste sono strettamente legate con realtà caratterizzate da problemi di natura etnica, culturale, politica od economica. In uno scenario a più lungo termine – ha continuato Craxi – conflitti frontalieri o sulle zone marittime potrebbero essere conseguenze dirette delle modificazioni territoriali innescati da fenomeni come l’innalzamento dei livelli dei mari. Conviene, per questo, di non dimenticare i legami tra il cambiamento climatico la sicurezza e l’energia, che si possono riflettere in situazioni di crisi tra gli Stati».

Per il sottosegretario agli esteri «per realizzare la dinamica della governance dell’ambiente e dell’energia, al fine di permettere a tutti i cittadini del mondo d’avere accesso all’acqua potabile e all’elettricità, la comunità internazionale deve adattarsi al concetto secondo il quale la sicurezza energetica e la sostenibilità dello sviluppo sono indivisibili».

Craxi ha aggiunto che «Occorre elaborare strategie comuni per trattare i rischi legati alla modificazione del clima e per il sostegno al rafforzamento della gouvernance multilaterale per amministrare e contrastare questo fenomeno». Biobo Craxi ha anche annunciato che il governo italiano organizzerà il prossimo autunno una conferenza nazionale sul clima «al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica italiana a questo fenomeno e favorire l’adozione di una strategia a lungo termine per lottare contro il riscaldamento climatico».

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