[18/04/2007] Parchi

Un parco per salvare gli ultimi 30 leopardi dell´Amur

Ne rimangono non più di 25, nella migliore delle ipotesi 34. Lo rivela l’ultimo censimento condotto sul leopardo di Amur dal WWF, dalla Wildlife Conservation Society, e dal Pacific Institute of Geography dell’Accademia delle Scienze russa ha rilevato il gravissimo rischio di estinzione per uno dei felini più eleganti d´oriente.
«Non importa sapere esattamente quanti esemplari siano rimasti - commenta Massimiliano Rocco, responsabile del Programma specie del WWF Italia - 25 o 34 è la stessa cosa: si tratta comunque di un numero troppo esiguo che non garantisce la continuità della specie. Per mettere al riparo il leopardo di Amur dall’estinzione ci vorrebbe una popolazione di almeno 100 esemplari capace di mantenere la vitalità della specie per l’immediato futuro».

Il leopardo di Amur è la sottospecie più settentrionale di leopardo che si nutre di caprioli, cervi sika, lepri, tassi e piccoli roditori. E’ un animale solitario con abitudini prevalentemente notturne.All’origine della decimazione di questa specie, ancora una volta la perdita di habitat, i cambiamenti climatici e la caccia di frodo.

La distruzione delle foreste, in particolare, ha decretato la condanna di questo magnifico felino che nell’età adulta ha bisogno di almeno 500 chilometri quadrati di sana foresta popolata di ungulati, compreso il cervo (la stessa superficie può ospitare da 2 a 4 femmine e i loro cuccioli).
Per il momento un’unica buona notizia: la popolazione sopravvissuta non è del tutto depressa, almeno a giudicare dalle tracce di escrementi rinvenute che dimostrano la capacità della specie di tenersi in forze e in vita.

Per salvare il leopardo di Amur, il Wwf chiede al governo russo la costituzione di un’area protetta che abbia il rango di Parco nazionale. «Non semplicemente per salvare una meraviglia della natura, ma perché perdere un grande predatore dissolve ogni equilibrio ecologico» prosegue Rocco.

Per censire la specie sono stati esplorati circa 5.000 chilometri quadrati di territorio ai confini di Russia, Cina e Nord-Korea, nel sudest della regione Primorye. Sono state cercate le tracce lasciate dal felino nel terreno e sulla neve e l’analisi delle dimensioni di queste, della forma e delle altre caratteristiche ha permesso ai ricercatori di determinare gli spostamenti dell’animale.
La squadra del WWF era formata da 35 ‘detective’ che hanno lavorato in 158 sezioni di territorio esplorato.

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