[19/04/2007] Rifiuti

Rifiuti (e bonifiche) omessi, rifiuti (e bonifiche) confusi

PIOMBINO (Livorno). L’operazione voluta dal ministero dell’ambiente che porterà circa 800mila tonnellate di rifiuti dalla colmata di Bagnoli (Napoli) a quella del porto di Piombino, continua a essere tutt’altro che chiara, soprattutto per quanto riguarda il metodo e l´approccio al tema generale del governo dei rifiuti speciali e delle bonifiche. Sviluppo Italia dovrà avviare gli atti necessari per la più rapida attuazione del progetto che prevede la rimozione della colmata, la rimozione dei pontili, la bonifica dei fondali sottostanti, la rimozione della scogliera, il ripascimento della spiaggia.

Questa operazione che costerà alla collettività 110 milioni di euro, presenta alcuni lati quanto meno dubbi: perché si esportano fuori da Napoli rifiuti che farebbero comodo al porto di Napoli, come ha più volte ripetuto il presidente dell’autorità portuale Nerli e perché si esporta a Piombino una quantità di rifiuti analoga a quella che ogni anno produce il solo stabilimento Lucchini, dove fra l’altro poche settimane fa la guardia di finanza ha messo sotto sequestro 35 ettari di terreno all’interno dell’area industriale adibiti appunto a discarica di rifiuti uguali a quelli partenopei.

Dubbi sui quali il consigliere regionale dei Verdi, Fabio Roggiolani, ha ammesso di non essere in grado di rispondere essendo questione troppo tecnica e da lui non direttamente seguita.
L’altro consigliere regionale toscano dei Verdi, Mario Lupi, ha assicurato che su questa partita tutti i livelli del suo partito «garantiranno la massima attenzione e precauzione. Ma la base oggettiva è che oggi Bagnoli ha necessità di fare un escavo e Piombino ha un deficit di materiale per sviluppare la propria portualità e allargare le banchine. E siccome in generale noi siamo per incentivare i trasporti via mare, l’operazione ferme le dovute cautele, pare una cosa buona».

A che tipo di cautele si riferisce?
«La cautela è nel materiale. E’ necessario che ministero e tutti gli enti coinvolti siano alla partenza e all’arrivo per garantire che cosa parte e che cosa arriva, che quindi non ci siano elementi inquinanti tossici, e che invece si tratti di materiale che dopo essere inertizzato (ma i rifiuti inertizzabili sono proprio quelli pericolosi, ndr) possa poi essere riutilizzato».

Se anche, come dice lei, il porto di Piombino ha questo deficit di materiale, perché il materiale non viene prelevato a qualche centinaio di metri di distanza, cioè nello stabilimento Lucchini, che produce gli stessi rifiuti che arriveranno da Bagnoli?
«Io non sono un tecnico e questo elemento che lei mi dice non ce l’ho. Se però c’è la certezza che sia la stessa roba e che sia riutilizzabile la risposta è ovvia, dovrebbero essere utilizzati quelli più vicini. Ma forse dipende dalla quantità, mi sembra che il porto di Piombino abbia necessità di molto materiale, forse quello in loco non basta».

Lo stabilimento della Lucchini produce tra 700 e 800mila tonnellate annue di rifiuti analoghi a quelli che arriveranno da Bagnoli.
«Se questa è la situazione è davvero strana. Purtroppo le informazioni io le so dalla stampa e questo non è bello. Sono disponibile quindi ad andare a Piombino, se qualcuno mi invita per verificare la situazione e lo sviluppo di questa operazione».


Da parte del sindaco di Piombino Gianni Anselmi, c’è la disponibilità «a risolvere un problema di interesse generale ( dopo che quello locale aspetta da dieci anni, ndr) e quindi, anche dei piombinesi. Ma prima di tutto vogliamo garanzie sulla qualità del materiale». Anche se, ricorda Anselmi, «noi abbiamo programmi di realizzazione nel porto a partire dalla vasca, ma non è che ci manchi del materiale per farlo, di quello stesso materiale qui alla Lucchini ne abbiamo tantissimo. Ma nel momento in cui, comunque, ci viene chiesto di dare risposta ad un problema nazionale, ripeto, se ne può discutere».

Quindi per il sindaco piombinese mentre si risolvono i problemi di Napoli, si dovrà dare risposta anche ad alcune questioni nodali del porto di Piombino: «Dobbiamo capire come si interviene sull’accessibilità al porto e come si recuperano spazi sul porto stesso – conclude il primo cittadino - è d’accordo come me il presidente dell’Autorità Portuale e c’è di più: il protocollo d’intesa firmato proprio con il ministero dell’ambiente l’11 aprile del 2005 c’erano dentro tutti questi temi cruciali: dalla 398, alle bonifiche dei carbonili e a quelle di Città futura. In un quadro dove si mettono insieme tutte queste cose, allora io mi posso sedere a discutere».

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