[19/04/2007] Parchi

Serchio bacino idrografico pilota, ma l´Ue condanna l’Italia

LUCCA. La Commissione europea ha presentato un ricorso contro l’Italia perché «relativamente al distretto idrografico pilota del Serchio e a parte dei distretti idrografici delle Alpi orientali, dell´Appennino settentrionale, centrale e meridionale, on avendo presentato la relazione sintetica delle analisi richieste a norma dell´articolo 5, come previsto ai sensi dell´articolo 15, paragrafo 2, della direttiva 2000/60/CE1, e non avendo effettuato le analisi e l´esame di cui all´articolo 5, paragrafo 1, della stessa direttiva, la Repubblica italiana è venuta meno agli obblighi derivanti dagli articoli 5, paragrafo 1, e 15, paragrafo 2, della direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l´azione comunitaria in materia di acque».

L’Italia è condannata al pagamento delle spese di giudizio. La direttiva europea a cui si fa riferimento è quella quadro nel settore delle acque ed è stata recepita dal nostro Paese nel 2006 con il decreto 152 che identifica otto distretti idrografici: distretto pilota del Serchio, Appennino centrale, Appennino meridionale Alpi orientali, Padano, Appennino settentrionale, Sardegna, Sicilia. Gli otto distretti idrografici, avrebbero dovuto essere completati entro il 22 dicembre 2004 «Inoltre, la relazione sintetica delle analisi richieste per ogni distretto idrografico a norma dell´articolo 5, come previsto ai sensi dell´articolo 15, paragrafo 2, della direttiva, avrebbe dovuto essere presentata alla Commissione entro il 22 marzo 2005». Ma l’Italia ammette che per cinque degli otto distretti idrografici, le informazioni sono mancanti o incomplete, infatti non ha presentato una relazione sintetica delle analisi e l´esame previsti dall´articolo 5 «per il distretto idrografico pilota del Serchio e per parte dei distretti idrografici delle Alpi Orientali, dell´Appennino settentrionale, centrale e meridionale, ed è pertanto venuta meno all´obbligo che le incombe in virtù dell´articolo 15, paragrafo 2, della direttiva 2000/60/CE».

L’obiettivo della direttiva Ue sulle acque violata dall’Italia è quello di fissare un quadro comunitario per la protezione delle acque superficiali interne, delle acque di transizione, delle acque costiere e sotterranee, che assicuri la prevenzione e la riduzione dell´inquinamento, agevoli l´utilizzo idrico sostenibile, protegga l´ambiente, migliori le condizioni degli ecosistemi acquatici e mitighi gli effetti delle inondazioni e della siccità.

Per far questo gli Stati membri individuano i bacini idrografici presenti nel loro territorio e li assegnano a distretti idrografici. Entro quattro anni dall´entrata in vigore della direttiva gli Stati membri dovevano effettuare le analisi delle caratteristiche del distretto, l´esame dell´impatto delle attività umane sulle acque e l´analisi economica dell´utilizzo idrico e compilare un registro delle aree alle quali è stata attribuita una protezione speciale. Doveva anche essere individuata l´ubicazione dei punti del corpo idrico sotterraneo usati per l´estrazione di acque destinate al consumo umano che forniscono più di 10 m3 al giorno o servono più di 50 persone.Entro nove anni dall´entrata in vigore della direttiva per ciascun distretto idrografico devono essere predisposti un piano di gestione e un programma operativo che tenga conto dei risultati delle analisi e degli studi di cui al punto 2.

Il piano di gestione del distretto idrografico ha tre principali obiettivi da conseguire entro il 2015: prevenire la deteriorazione, migliorare e rispristinare le condizioni delle acque superficiali, ottenere un buono stato chimico ed ecologico di esse e ridurre l´inquinamento dovuto agli scarichi e alle emissioni di sostanze pericolose; proteggere, migliorare e rispristinare le condizioni delle acque sotterranee, prevenirne l´inquinamento e la deteriorazione e garantire l´equilibrio fra l´estrazione e il rinnovo; preservare le zone protette.

A partire dal 2010 gli Stati membri devono provvedere politiche dei prezzi dell´acqua che incentivino gli utenti a usare le risorse idriche in modo efficiente e misure per i vari comparti dell´economia che diano un adeguato contributo al recupero dei costi dei servizi idrici, compresi i costi per l´ambiente e le risorse.

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