[20/04/2007] Comunicati

Dal convegno «Le virtù della concorrenza» uno stop alla legge sui servizi pubblici?

FIRENZE. Al convegno “Le virtù della concorrenza”, le relazioni tecniche sono state precedute dall’introduzione del presidente di Cispel confservizi Toscana Alfredo de Girolamo, che prendendo atto della ripresa economica modesta ma comunque positiva, ha affermato che può essere legata ad una prospettiva reale di crescita solo se ci sarà discontinuità rispetto al passato nelle politiche pubbliche. «Attualmente siamo in una fase di stallo politico e la normativa è in fase di revisione. A seconda dei settori si passa da proposte con una logica tutta pubblica come nel servizio idrico, ad altre con una tutta privata come per i rifiuti senza mai affrontare il vero nodo che deve riguardare la politica che è quello della regolazione. E’ sconcertante poi - continua De Girolamo - che si proponga un commissario che in breve tempo riveda le gare del servizio idrico come recita un emendamento del governo al decreto Bersani».

Il presidente di Cispel ha poi brevemente commentato la bozza di proposta di legge regionale sui servizi pubblici locali: «La bozza non è ancora stata sottoposta a concertazione e Cispel per ora non è stata chiamata. Noi possiamo anticipare solo questo: non serve una legge manifesto che parli solo alla politica dei partiti ma serve una legge che affronti i problemi della politica industriale dei settori. Altrimenti - conclude De Girolamo - è meglio nessuna legge».

I vari responsabili delle commissioni acqua, rifiuti, energia, trasporti di Cispel Toscana portando le peculiarità dei vari settori anche in rapporto alla possibilità di maggiore concorrenza «che deve essere uno strumento per migliorare il servizio e non il fine», hanno ribadito la difesa del modello toscano e criticato il decreto Lanzillotta «un po’ complicato che si possa affermare la concorrenza e il meccanismo delle gare in un settore come quello dei rifiuti per le peculiarità che porta».

Anche i sindaci sono stati chiamati a dire la loro «da quello che abbiamo sentito regna la massima confusione e massima incertezza - dichiara Marco Romagnoli, sindaco di Prato e coordinatore dei sindaci per la holding regionale dei servizi - I comuni da una parte come proprietari e dall’altra come interlocutori dei cittadini sono tra l’incudine e il martello perché la riforma non procede. Certo la concorrenza può avere delle virtù ma bisogna capire bene cosa s’intende per concorrenza e per mercato e come si regola. Bene il modello toscano - continua Romagnoli - ma io dopo una fase solo positiva incomincio a vedere dei limiti nella collaborazione pubblico-privato (a Prato da molti anni il servizio di depurazione delle acque è gestito con questo assetto societario, ndr), se il pubblico investe e si accolla le perdite di bilancio e il privato incassa i guadagni (nel caso in questione il privato utilizza l’acqua per le produzioni industriali). Ci vuole chiarezza- conclude Romagnoli- la concorrenza la fa il mercato ma il mercato vero».

Sulla stessa linea il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi che aggiunge «è necessario differenziare i settori e ognuno si deve prendere le proprie responsabilità che vanno meglio suddivise: un conto è la funzione industriale e la responsabilità del piano industriale, un conto è la funzione sociale e la responsabilità della qualità dei servizi che spetta direttamente alla politica».

A Paolo Fontanelli, presidente di Anci Toscana sono state riservate le conclusioni «la situazione è incerta ma sicuramente in Italia abbiamo avuto troppo rendita e poca concorrenza anche se un settore come quello dei servizi pubblici locali deve tener conto della missione. Si può liberalizzare ma il patrimonio pubblico accumulato in questi anni non lo possiamo svendere o disperdere, lo dobbiamo soprattutto ai cittadini».

Per quanto riguarda il decreto Lanzillotta, Fontanelli accenna «abbiamo espresso come Anci delle perplessità di processo, di attuazione, ma non preconcetti sulla liberalizzazione e sulle gare. Per quanto riguarda l’acqua anch’io penso che sia stata tenuta fuori per questioni ideologiche». Il presidente di Anci Toscana si sofferma poi sulla proposta di legge regionale sui servizi pubblici locali «abbiamo chiesto di fermare l’iter della legge in attesa degli sviluppi dei decreti del governo per non rischiare di dire cose opposte, invece si può andare avanti con il patto. Nel merito devono essere incentivate le aggregazioni, rivisti gli ambiti anche in modo un po’ diverso rispetto alla proposta, bene invece l’osservatorio regionale sui servizi pubblici. Altri aspetti ci convincono meno, come ad esempio la proposta di omogeneizzazione delle tariffe, ma vedremo gli sviluppi- conclude Fontanelli- dato che molte cose devono ancora essere definite».

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