[23/04/2007] Acqua

Iucn e Ue: «Proteggere il mare meglio e di più»

LIVORNO. Per proteggere gli oceani ed impedire il crollo dell’industria della pesca commerciale entro 2050, occorre estendere gli sforzi per la salvaguardia della biodiversità marina a tutto il mondo. Con tre quarti degli stock di pesci del mondo già completamente sfruttati o esauriti, gli oceani hanno urgentemente bisogno di una migliore regolamentazione della pesca e di altre attività commerciali legate allo sfruttamento delle risorse marine. E’ questo il messaggio principale che esce dal congresso "Countdown 2010 for Marine Ecosystems" conclusosi a Berlino.

100 esperti ad alto livello, gli Stati membri dell’Unione Europea, le organizzazioni dell’Onu e le convenzioni regionali hanno concordato sul messaggio di "Countdown 2010“ per gli ecosistemi marini: dare risalto all´importanza dell’ Unione Europea per migliorare la conservazione e l´uso sostenibile della biodiversità marina.

«Possiamo imparare molto dalle lezioni sull´assetto del paesaggio - ha detto Carl Gustaf, a capo del programma marino globale dell’Iucn - Se limitiamo la pesca a strascico ed altre attività distruttive a determinate zone, questa scelta darà agli habitat marini la possibilità di recuperare». Le aree marine protette, che attualmente coprono più o meno l’1% degli oceani del Mondo, si sono rivelate essenziali per aumentare gli stock di pesci; cinque anni dopo la creazione delle riserve marine nel mare rosso egiziano, il pesce catturato nelle zone vicine è aumentato del 66%.

“Durante il prossimo anno, la politica marittima dell´Ue determinerà il futuro dei nostri oceani - spiega Tamás Marghescu, direttore regionale di Iucn per Europa - Dobbiamo mettere l´ambiente al centro, per salvaguardare le nostre risorse marine e il loro contributo essenziale al reddito della popolazione ed alle economie nazionali».

A livello europeo, i siti di Natura 2000 forniscono un meccanismo efficace per realizzare aree marine protette lungo le coste. Per il mare aperto, il congresso de Berlino chiede all’Onu di applicare ed aumentare gli accordi internazionali per proteggere gli ecosistemi vulnerabili. "Countdown 2010 for Marine Ecosystems" é stato organizzato dalla World conservation union (Iucn) e dalla presidenza tedesca dell’Unione Europea ed ha fatto seguito al summit mondiale sulle arre marine protette dell’Iucn che si è tenuto a Washington qualche giorno fa e che ha chiesto di proteggere almeno il 30% dei mari e degli oceani.

I governi europei hanno promesso di fermare la perdita di biodiversità biologica sulla terra e nei mari entro 2010. I governi di tutto il Mondo hanno concordato di realizzare una rete globale di aree marine protette entro 2012. L’iniziativa "Countdown 2010” – patrocinata dall’Iucn – supporta questi ed altri ambiziosi obiettivi di conservazione, in collaborazione con i governi e la società civile, è un network di partner attivi che lavorano insieme verso l´obiettivo 2010 della biodiversità, ognuno dei quali matte in atto iniziative supplementari per affrontare le cause di perdita di biodiversità.

L’alto mare o gli oceani fuori dalle giurisdizioni nazionali sono, sono tutte le parti del mare non incluse nella zona economica esclusiva (Eez) e si estendono generalmente ad una distanza di 200 migli nautiche (370 chilometri) dalle coste dei vari Stati del Mondo. I mari e gli oceani coprono circa 70% della superficie del Pianeta e contengono, insieme agli ambienti litoranei, un´abbondanza di biodiversità che ammonta al 97% di tutte le specie su terra. Per questo gli oceani, gli ecosistemi marini ed il loro biodiversità sono essenziali per la vita su terra, giocano un ruolo chiave nel riciclo globale degli elementi nutritivi e per la regolazione del climas e forniscono agli esseri umani una vasta gamma di risorse e servizi.

A livello globale, la vita nei mari produce un terzo dell´ossigeno che respiriamo ed il consumo umano dei pesci rappresenta il 16% del nostro rifornimento di proteine animali ed è particolarmente importante come fonte di nutrimento per le popolazioni dei paesi in via di sviluppo. Nel 2002, si sono pescate nel Mondo circa 90 milioni di tonnellate di, mentre l’acquacoltura ha contribuito con altre 40 milioni di tonnellate. Tre quarti di questa produzione viene usata per il consumo umano, il resto per l’alimentazione animale.

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