[23/04/2007] Rifiuti

Rapporto Cnel sui rifiuti urbani: «Carenza di impianti, Italia lontana da Ue»

ROMA. Ogni giorno è sempre più evidente quanto sia grave la situazione del governo dei rifiuti in Italia. La Campania è un esempio eclatante, ma nel resto dello Stivale il quadra globale non è molto migliore. A confermare questo scenario arriva oggi il primo rapporto sui rifiuti urbani in Italia dell´Osservatorio dei Servizi pubblici locali Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro), che senza mezzi termini dice: «Il "nanismo" nella struttura dell´offerta italiana è uno dei principali fattori che determina la bassa competitività delle imprese del settore rispetto all´Europa».

Secondo l´indagine infatti: «la piccola dimensione degli operatori influisce anche sul basso livello di concentrazione del mercato: i primi cinque operatori italiani servono complessivamente poco più di un quinto della popolazione nazionale, mentre negli altri paesi i "top five" arrivano a servire in media il 40% degli abitanti».

Il rapporto passa poi ad esaminare la dotazione infrastrutturale l´Italia: «Gli impianti di incenerimento del nostro Paese, che rappresentano una forma di smaltimento del rifiuto molto in uso altrove - rileva il Cnel - sono infatti i più piccoli d´Europa, con una "taglia media" pari a circa la metà degli inceneritori presenti negli altri paesi». (Nella foto l´inceneritore di Vienna)

Per contro l´Italia si distingue, se si eccettua l´Inghilterra, per il maggior numero di discariche presenti sul territorio (quelle autorizzate, ndr). Per superare questa deficienza impiantistica, secondo l´Osservatorio occorre «realizzare in tempi rapidi significativi investimenti. Nel 2010 il fabbisogno dell´industria dei iifiuti urbani, necessario a garantire una capacità impiantistica adeguata, ammonta a 4 miliardi di euro, di cui circa il 40% (1,7 miliardi di euro) dovranno essere spesi nel Mezzogiorno, 1,35 nel Nord e il restante miliardo nelle Regioni del Centro Italia».

Sempre secondo il rapporto esiste non solo una significativa distanza tra l´Italia e l´Europa ma anche, all´interno del mercato domestico, tra Nord e Mezzogiorno (anche questa è evidente da tempo, ndr), quest´ultimo almeno dieci anni indietro in termini di politica industriale complessiva rispetto al resto del Paese. Una considerazione tutt´altro che marginale se si considera – dice sempre il rapporto - che «la mancata realizzazione al 2020 dell´impiantistica per rifiuti, necessaria per allineare le performance italiane alle best practice europee, costerebbe alla collettività (in termini di "costi del non fare") 27 miliardi di euro, a conferma della relazione tra efficacia ed efficienza economica».

Non lasciano spazio all’interpretazione, infine, le parole di Raffalele Morese, presidente della Commissione grandi opere e reti infrastrutturali, politiche energetiche, servizi a rete del Cnel: «La questione dei rifiuti in Italia è sempre in "emergenza” - spiega - Il 60% dei rifiuti nel nostro Paese va in discarica mentre solo il 40% in incenerimento, percentuali che in Europa si ribaltano completamente. Un fatto che è esplicativo del gap che in termini di costi e di tutela dell´ambiente separa il Belpaese dal resto del Vecchio Continente».

«Occorre - ha concluso Morese - avere un politica industriale in grado di favorire le tecnologie che nel rispetto dell´ambiente, siano in grado di eliminare in larga misura entro 4-5 anni l´uso delle discariche».

Dopo questa conferma del Cnel - tenendo conto che anche in questo rapporto si parla solo di rifiuti urbani - non si può non riproporre una riflessione del rapporto che c’è tra questa situazione e le ecomafie. Secondo semplici regole del mercato infatti, con una domanda sempre crescente (rifiuti), e un’offerta costantemente carente (impianti) chi può giovarsi di questo quadro se non le organizzazioni criminali? Dare risposta a questo gap impiantistico – con la stessa intensità e rigidezza con cui si combattono le ecomafie - significherebbe davvero contribuire a governare l’emergenza rifiuti e a combattere le ecomafie stesse.

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