[24/04/2007] Acqua

Crisi idrica, l´emergenza che verrà e i condizionatori al massimo

FIRENZE. In crisi idrica ci siamo, comunque la si pensi, anche se la compagine governativa non dichiarerà lo “stato di emergenza” dimostrando di non essere capace di dare prova di unità. Eppure i dati non sono punti di vista, sono numeri crudi che indicano che ci stiamo avvicinando ad un’estate che potrebbe ricalcare quella del 2003, quando in Europa ci furono oltre 30 mila morti per il caldo e ingenti danni economici per quasi tutti i settori (non per le acque minerali che aumentarono le vendite).

E’ piovuto poco negli scorsi mesi, nel periodo migliore, quando l’acqua si infiltra più facilmente in falda essendo minore l’evapotraspirazione, ma con questa situazione dovremo fare i conti sempre più spesso nei prossimi anni. Il passaggio dalla gestione dell’emergenza al governo della risorsa idrica non può essere “ordinario” in questo scenario, ma necessità di un intervento straordinario economico e di pianificazione.

Una pianificazione dinamica, non rigida, verticale ed orizzontale, che coinvolga ai vari tavoli oltre che tutti i soggetti istituzionali preposti, anche gli stakeholders, cioè portatori di interesse generale che operano affinché l’acqua, bene comune, sia disponibile oggi per tutti, ed anche domani per i nostri figli. Certo va gestita la situazione attuale dato che sul territorio già si moltiplicano i “conflitti” (comuni contro industria privata, settore energetico contro l’agricoltura) e ogni soggetto avanza richieste e priorità di utilizzo della risorsa idrica vantando virtuosismi di gestione non sempre fondati.

Intanto il governo si appresta a discutere e continuano i ritardi nella revisione normativa della parte terza del decreto legislativo 152/06 che dovrebbe affrontare in modo radicale anche il nodo del governo delle acque, di tutte le acque. Se non lo farà perderemo un’occasione storica. In Toscana sembra che la maggioranza che governa marci più compatta su questo fronte e propone una legge anti-siccità che abbia anche valenza “etica”.
La strada può essere quella giusta per avviare il processo verso un approccio culturale nuovo, consono al valore effettivo della risorsa.

La corretta informazione e formazione è cosa fondamentale per contenere i consumi e ridurre gli sprechi. Molto può fare il singolo cittadino, che tra l’altro si è dimostrato attento, attraverso comportamenti corretti e virtuosi che vanno premiati non puniti con ingiusti aumenti tariffari. Ricordiamo che in Toscana a contrario di quello che avviene a livello nazionale è il settore idropotabile quello più idroesigente, (dato della Regione) anche se qualche addetto ai lavori pubblicamente afferma il contrario. Ma non c’è dubbio che si debba intervenire anche sui comportamenti collettivi e che vadano superate quelle sacche di resistenza e di rendita che albergano nel settore agricolo dove si stenta a prendere atto della necessità di adeguamento delle produzioni e di rinnovati metodi di gestione.

Come del resto nel settore industriale in cui si vuole continuare a fare i propri profitti utilizzando acqua di falda (la più pregiata), ma che costa meno rispetto ad acqua che viene dal riutilizzo. Anche per questo aspetto le carenze normative fanno “gridare vendetta”. Bertolaso ha dichiarato che per superare l’emergenza c’è necessità dell’aiuto e dell’impegno di tutti ed anche del settore pubblicitario. Qualche grande negozio del centro di Firenze non ha sottovalutato l’invito e già oggi sulle vetrine si leggeva: “dopo l’inverno, i brividi continuano con i nostri condizionatori”. Quanti danni si possono fare con una frase scorretta.

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