[26/04/2007] Comunicati

Impiantistica, ingegneria e architettura: quando l´informazione è nel bunker!

PORTOFERRAIO (Livorno). Da oggi fino a domenica a Portoferraio è in programma il XXXIV convegno nazionale delle tre associazioni di impiantistica industriale, ingegneria e architettura e costruzione di impianti - Animp, Oice e Uami - sul tema “Ingegneria e impiantistica italiana”.

Un convegno importantissimo se si pensa che sono previsti oltre 800 partecipanti in rappresentanza del mondo accademico, dell’industria e dell’economia a livello nazionale su tematiche di grande attualità. I temi saranno altrettanto “caldi”: rigassificatori, biomasse e altre opere di impiantistica per lo sviluppo economico del paese.

Eppure di questo maxiconvegno in quella sorta di sfarzoso “bunker” che è l’hotel Hermitage che si affaccia sullo splendido golfo della Biodola, nessuno pare saperne niente, neppure tra gli elbani e gli organi di stampa.

Noi abbiamo raggiunto telefonicamente Massimo Ajello, direttore generale dell’Oice, una delle tre sigle organizzatrici del convegno nazionale e dell’incontro in programma domani mattina dal tema "Infrastrutture di trasporto e stoccaggio dell’energia. Rigassificatori, gasdotti, oleodotti, elettrodotti".

«Il titolo del convegno mira ad affrontare nel complesso il tema delle reti infrastrutturali dell’energia, perché troppo spesso nel dibattito pubblico normale si fa confusione fra fonti, vettori e reti. L’idrogeno per esempio non è una fonte bensì un vettore. Bisognerebbe fare un’informazione più corretta e anche per questo la finalità del convegno è quindi di dibattere tematiche di interesse nazionale e attinenti al mestiere architetti».

E non pensa quindi che occasioni come quella del convegno in corso all’Elba potrebbero essere sfruttate meglio per divulgare informazioni corrette?
«Potrei essere d’accordo e se è un rimprovero lo accetto. Noi come associazione di categoria abbiamo interesse a divulgare quello che facciamo ma siamo sempre di corsa: Tuttavia nella quotidianità del nostro lavoro in sede curiamo con molta attenzione l’aspetto informativo».

Nello specifico delle infrastrutture di trasporto e stoccaggio dell’energia abbiamo invece parlato con Nicola Greco, presidente dell’Oice:
«Fondamentalmente noi usiamo energia meccanica, termica ed elettrica che fanno però capo alla stessa problematica e per questo motivo il bilancio energetico deve essere globale – spiega Greco - E’ inutile parlare di un rigassificatore, se prima non si fotografa la situazione generale: di quanta energia si ha bisogno, e di quanta se ne avrà».

La sede toscana di questo convegno è solo causale o c’è un nesso col fatto che la Toscana è interessata da tre grandi progetti: i rigassificatori di Livorno e Rosignano e il gasdotto Galsi dall’Algeria, tutti in appena un centinaio di chilometri di costa?
«Le do la mia personalissima opinione da ingegnere premettendo che io non faccio differenza fra le reti di adduzione al sistema energetico. Esse comunque hanno validità in funzione della distanza dalla fonte e se uno ha la possibilità di prendere gas fino a 4-5mila km di distanza la cosa migliore è utilizzare gasdotti. È pur vero che se si studia un complesso globale come quello italiano oltre alle adduzioni fisse, il fatto di avere adduzioni specifiche localizzate dà maggiore flessibilità. La ricetta giusta quindi è privilegiare reti fisse e poi realizzare qualche rigassificatore come elemento integrativo di aiuto».

Nessuno sbilanciamento sui rigassificatori toscani?
«Dei due previsti in Toscana quello livornese è molto interessante tecnicamente e ambientalmente perché è flottante e quindi ha una flessibilità di uso incredibile. Mi spiego meglio: essendo galleggiante nulla vieta di pensare che possa essere usato per 5 anni a Livorno, e poi spostato davanti a un altro porto dove magari si sono create condizioni o necessità più impellenti. Anche quello di Rovigo per esempio è offshore ma non è flottante. Mi sembra poi che anche il costo ambientale di un progetto flottante, almeno quello percepito, sia potenzialmente più basso di altri progetti».

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