[04/05/2007] Acqua

Siccità, Comitato: «Serva una ‘rivoluzione’ culturale»

FIRENZE. Ora a pronunciarsi sulla crisi idrica è il “Comitato italiano per il contratto mondiale sull’acqua” e lo fa con precise richieste ribadendo che è necessaria «una nuova politica di governo delle risorse idriche, una ‘rivoluzione’ culturale sul piano dei comportamenti e dell’assunzione di responsabilità a tutti i livelli». Secondo il Comitato manca una politica di gestione complessiva del patrimonio idrico continuando a prevalere tante politiche settoriali impostate su una logica di difesa di una visione privatistica dell’acqua. Il Comitato poi si sofferma sugli aspetti strettamente gestionali e critica la scelta di delegare la gestione del servizio idrico a società per azioni anche a capitale pubblico ma ispirate da una logica privata.

«I gestori delle nuove SpA, hanno preferito spingere i poteri pubblici ad aumentare le tariffe ed ad investire nelle “grandi opere” per aumentare l’offerta d’acqua. Ora é noto che i volumi sprecati per usi irrigui e per usi energetici od industriali costituiscono un peso economico considerevole per l’economia del bilancio idrico del Paese». Il Comitato italiano per il contratto mondiale sull’acqua chiede poi esplicitamente al governo, in funzione dell’impegno sancito dal suo programma che “l’acqua è un bene pubblico prezioso”, e del principio affermato sempre nel programma che proprietà e gestione dell’acqua devono rimanere pubbliche, di emanare con carattere di urgenza un decreto legge, che sulla base dell’art. 43 della nostra Costituzione, difenda immediatamente l’acqua come ‘bene comune’ e non ‘merce’.

Conseguentemente il Comitato chiede di sospendere “tutte le procedure in corso per la sua privatizzazione” attraverso una moratoria che vada oltre il monitoraggio delle gare di affidamento in atto. Chiede poi ai Ministri competenti, prima di approvare provvedimenti di urgenza o stanziamenti di risorse a favore di singoli settori, di attivare un momento di confronto (Tavolo nazionale ) che coinvolga tutti gli attori ed utilizzatori, ivi comprese le associazioni a difesa dell’acqua ed i rappresentanti dei cittadini, per definire un “Piano di azione”. Il Comitato conclude poi con una richiesta al mondo dei “media”, ed in particolare alla televisione pubblica, affinché attivi servizi di approfondimento e di analisi delle situazioni idriche e delle buone pratiche che caratterizzano i territori e bacini “regionali”.

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