
[08/05/2007] Acqua
ROMA. Ormai appare chiaro a tutti (o quasi) come sia necessaria una vera riforma del sistema che ha a che fare con la risorsa idrica in Italia e da più parti, complice l’ormai consolidata siccità, ci si accorge che esiste ancora oggi un’enorme frammentazione di competenze e responsabilità. «Sono troppi gli enti e i consorzi che si occupano di acqua in Italia - dichiara Bruno Dettori (Nella foto) sottosegretario all’Ambiente - bisogna garantire una cabina di regia comune permanente sull’acqua, attiva sempre e non solo nelle emergenze, per monitorare il sistema idrico e predisporre le strategie di adattamento in base alle risorse disponibili. Il nostro Paese - continua Dettori - non ha mai vissuto periodi di grande siccità in passato. Adesso le cose sono cambiate e ci dobbiamo attrezzare. Occorre una regia complessiva che possa dare risposte adeguate ai cittadini, secondo uno schema moderno e flessibile».
Il sottosegretario all’Ambiente, ricordando come il problema idrico vada gestito nell’ambito di una superficie territoriale che faccia riferimento ai bacini idrografici, si pronuncia sulla composizione della cabina di regia formata da «rappresentanti dei ministeri dell’Ambiente, delle Infrastrutture, dell’Economia, delle Politiche Agricole e dovrebbe garantire risposte adeguate ai bisogni che nascono nei singoli bacini idrografici del Paese». Tutto molto giusto, ci permettiamo però di ricordare, come sia necessaria una revisione normativa con un testo che tratti il governo di tutte le acque. Un’occasione è rappresentata dalle modifiche (ancora in corso) alla parte terza del decreto legislativo 152/06 in cui sarebbe possibile dare un segnale di semplificazione pur incrociando gli aspetti di difesa (quantitativa e qualitativa) delle acque con la difesa dalle acque.