[09/05/2007] Parchi

L’Ue non rispetta le sue regole sull’importazione di legname

LIVORNO Il Wwf internazionale ha presentato il “barometro governativo dello sfruttamento forestale illegale” che valuta la messa in opera, da parte dei Paesi dell’Unione Europea, del “Forest law enforcement governance & trade (Flegt)” in applicazione delle regolamentazioni forestali, governance e scambi commerciali, una iniziativa che è stata adottata nel 2003 per lottare contro lo sfruttamento e il commercio illegale del legname delle foreste.

Il barometro dimostra che gli Stati membri dell’Ue non hanno preso, nonostante i loro impegni, misure concrete contro l’importazione di legno illegale. Il Wwf nota che la Gran Bretagna e l´Austria hanno effettuato gli sforzi maggiori per impedire l’accesso sul mercato di legname proveniente da foreste gestite in maniera non sostenibile, mentre l’Irlanda e la Repubblica Ceca si ritrovano in coda al gruppo dell’Ue. La Francia ha iniziato un dialogo con i paesi esportatori africani francofonii come Gabon e Congo Brazzaville per definire un piano di azione volontario di lotta contro lo sfruttamento illegale del legname, ma quasi tutti gli Stati Ue hanno investito molto poco nei finanziamenti in programmi per impedire gli abbattimenti illegali nei paesi produttori. Inoltre sono poche le garanzie di legalità e di gestione sostenibile delle foreste messe in conto dagli acquirenti pubblici di legname: «In effetti – sottolinea il Wwf – dopo la pubblicazione della circolare definitiva sui criteri ambientali e sociali per gli acquisti pubblici di legno nell’aprile 2005, non è stato attuato nessun criterio di messa in opera, eppure questi acquisti rappresentano un quarto dei consumi francesi e potrebbero dunque essere una leva importante» .

Lo sfruttamento forestale è responsabile di grandi danni ecologici ed impoverisce le comunità locali. «Si stima - dicono gli ambientalisti - che costi tra i 10 e i 15 miliardi di euro di perdita di guadagni ogni anno ai paesi produttori».

Il Wwf si appella ai governi «perché misure concrete siano messe in opera e perché venga redatta una nuova regolamentazione che condanni l’importazione nell’Unione Europea di legno e prodotti derivati dallo sfruttamento illegale».

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