[09/05/2007] Rifiuti

Ddl su ecoreati e norme ambientali: serve complementarietà

LIVORNO. Contro i reati ambientali arriva adesso anche l’impegno della Direzione nazionale antimafia, che avrà la competenza investigativa nei reati di associazione ecomafiosa. Saranno inoltre immediatamente introdotte le modifiche al codice penale per l´associazione a delinquere semplice e associazione mafiosa per gli eco-delitti. Per iniziativa della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse è stato infatti presentato ieri un disegno di legge contro i reati ambientali, che data l’ampia sottoscrizione da parte di senatori e deputati di tutte le forze politiche, potrà probabilmente essere varato a breve.

Sicuramente un segnale importante e come giustamente ha detto il procuratore Grasso, che è a capo della Dna, poiché «Sono delitti a grosso profitto, dobbiamo alzare i rischi per chi li commette».
Il tema che si pone a fianco della giusta azione prevista per la repressione dei reati verso l’ambiente è però anche quello del rispetto, in primo luogo, delle leggi che tutelano l’ambiente, da parte di chi quelle leggi deve far rispettare. In questo caso il tema diviene, infatti, assai complesso, dal momento che spesso le leggi vengono disattese o interpretate a loro piacimento in primo luogo dalle stesse istituzioni che dovrebbero far rispettare le leggi e quindi dare il buon esempio in prima persona, applicandole. E della confusione che esiste in campo normativo.

Spesso l’azione delle ecomafie si concentra nel settore dei rifiuti ed è proprio in questo settore che, ad esempio, l’azione legislativa ha prodotto nell’ultimo anno una confusione in cui, difficilmente chi deve operare per applicare le norme specifiche o per farle rispettare, riesce a districarsi.

In un recente convegno sul tema della gestione dei rifiuti, il senatore Edo Ronchi, già ministro dell’ambiente ed estensore della normativa in materia di gestione dei rifiuti, precedente all’attuale Dlgs.152 del 2006, ha avuto modo di sottolineare come praticamente tutti gli enti locali sono da considerarsi fuori legge per le norme previste da quel decreto legislativo, che non richiedevano decreti attuativi e, quindi, immediatamente in vigore. Nonostante l’iter di revisione avviato dall’attuale governo, che non ne condivideva l’impianto, iter che per altro sta accumulando notevoli ritardi rispetto a quanto annunciato, il Dlgs 152/2006 è infatti la legge di riferimento, a parte appunto ciò che già ha subito variazioni o quelle per cui era necessaria una normazione tecnica successiva.
Ma la contravvenzione alla gran parte delle norme in materia dei rifiuti – e non solo (vedi a proposito quanto denuncia la Firi sui ritardi di nomina degli energy manager previsti dalla legge 10 del 1991)- avviene anche riguardo a norme nazionali e regionali precedenti al dlgs.152, dove la confusione in atto può valere qualche giustificazione. E l’elenco potrebbe essere davvero imbarazzante.

Tornando al disegno di legge sugli ecoreati, il problema, una volta varato - e ci auguriamo che ciò avvenga presto- sarà quindi sulla sua efficacia di applicazione, data la situazione di assoluta confusione che regna sul settore, dei rifiuti in particolare, ma più in generale della tutela dell’ambiente.

Il rischio è infatti che si giunga ad una definizione di norme, giuste per altro, che vanno a reprimere reati, senza avere ancora portato a termine un necessario chiarimento sulla normativa sulla quale si dovranno necessariamente riferire coloro che sono deputati all’investigazione e quindi alla repressione dei reati previsti.
In altre parole, quello che preoccupa è la non complementarietà delle azioni normative che potrebbe ingenerare una ulteriore confusione, in un settore che, già oggi, risulta quanto mai complicato.

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