[16/05/2007] Acqua

Siccità: servono un po´ di coerenza e un po´ di contatori ai pozzi

LIVORNO. L’articolo di Gemma Vignocchi a pagina nove del Tirreno del 15 maggio, dà conto della dichiarazione dello stato di emergenza idrica ormai di prossima emanazione da parte del Consiglio Regionale. Provvedimento saggio.
Non voglio negare lo stato di crisi e la giusta preoccupazione di determinare in anticipo criteri e modalità di gestione di una possibile crisi. Ma viene da chiedersi se siano state ben ponderate tutte le condizioni, se si abbiano chiari molti degli aspetti gestionali della risorsa idrica.

Voglio invocare una ricerca di coerenza. Il dato è il seguente: si mette in evidenza il rischio di crisi, si lamentano già i rischi di una prossima estate calda e siccitosa, ma non si riesce a fare i conti con la realtà.
Mi domando, stando almeno alle notizie apparse sulla stampa, perché non si parla di mettere subito i contatori ai pozzi ed alle sorgenti per misurare i prelievi effettivi, perché non si stabiliscono specifiche tariffe di prelievo (l’introito peraltro potrebbe essere obbligatoriamente girato al risanamento delle reti degli acquedotti), perché non si impedisce di continuare a far liberamente realizzare pozzi di uso domestico?

Mi preme, in merito a quest’ultima problematica, evidenziare il caso singolare di Portoferraio.
Fino alla fine del febbraio scorso, grazie da una norma del regolamento urbanistico adottato, i pozzi per uso domestico erano consentiti solo del tipo alla “romana”. Cioè semplicemente del tipo scavato nel terreno, del tipo che si riempie per infiltrazione dal terreno, che si riempie a seguito delle piogge, poi, mano mano che queste vengono meno e si procede nei prelievi si asciuga per riempirsi solo a seguito di nuove precipitazioni.

Il Consiglio Comunale, invece, approvando il regolamento urbanistico, in ragione di osservazioni di cittadini e del collegio dei geologi, ha cassato la norma. Ora i pozzi di uso domestico si possono fare di qualsiasi tipo, cioè si può anche fare una perforazione di 30, 40,50 metri, cioè andare tranquillamente a pescare nella falda, cioè il sacco della risorsa, in genere ampio, dove sta la risorsa di primaria importanza per l’approvvigionamento degli acquedotti.

La Provincia, che autorizza la realizzazione dei pozzi, dice che per legge i pozzi per uso domestico sono “una attività libera”; così, dal primo di marzo ai primi giorni di maggio, a Portoferraio, sono pervenute 9 richieste di nove nuovi pozzi per uso domestico e di altre si ha giànotizia che arriveranno.
Ma poi cosa è questo uso domestico? Annaffiare il giardino della villa, annaffiare l’orto?
Ma se si pesca a 50 metri nella falda che alimenta l’acquedotto è giusto consentire questo prelievo “domestico” incontrollabile e incontrollato?
Forse ci sono altri aspetti che mi sfuggono, forse no, allora mi chiedo se non sia necessario uno sforzo di coerenza e una doverosa assunzione di responsabilità da parte di tutti.

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