[18/05/2007] Energia

La città di Roma e la Fondazione Clinton insieme per Kyoto

ROMA. Si è svolto a New York qualche giorno fa un meeting di quindici grandi metropoli, per costruire un patto per combattere i cambiamenti climatici. Patron dell’iniziativa lanciata dal sindaco Bloomberg, la Clinton fondation dell’ex presidente degli Stati Uniti, che si muove per far incontrare finanza e imprese che hanno intenzione di investire nel mercato verde, con le istituzioni pubbliche. Il metodo che si propone la fondazione di Bill Clinton, prevede che grandi istituzioni bancarie mettano a disposizione delle grandi amministrazioni comunali che hanno partecipato al meeting, i fondi per far ottenere a costo zero la tecnologia necessaria per abbattere le emissioni di Co2. Finanziamenti che le amministrazioni restituiranno grazie al risparmio economico indotto da quello energetico.

Fra le quindici metropoli invitate all’iniziativa, anche Roma, che era presente con l’assessore all’ambiente Dario Esposito, al quale abbiamo chiesto di raccontarci della sua missione americana.

Assessore Esposito, come è andata a New York?
«E’ stata una esperienza interessante. Perché quando si partecipa a questi meeting si parla e si vedono cose fatte, quindi anche esempi da imitare. E l’altro aspetto è che c’è un rapporto diretto con i cittadini che permette di fare una immediata verifica sul territorio del lavoro svolto all’interno delle amministrazioni».

E qual è l’esperienza portata da Roma?
«Noi abbiamo portato il progetto di Roma per Kyoto, che è un percorso molto positivo perché mette in evidenza come la città, che non si è fermata dal punto di vista economico, sia stata capace di mantenere assieme anche uno sviluppo ambientale. Con un forte miglioramento riguardo alla gestione dei rifiuti che ha visto un significativo aumento della raccolta differenziata, degli impianti di gestione e della captazione del biogas della discarica. Ma in particolare il progetto che riguarda il risparmio energetico degli edifici, che ci permetterà di rispettare l’obiettivo del protocollo Kyoto 2012, e che prevede interventi sia sul nuovo che verrà realizzato, sia sugli edifici in ristrutturazione».

Ci spieghi meglio in cosa consiste Roma per Kyoto.
«E’ un percorso che prevede interventi tali da raggiungere un bilancio energetico positivo, con approvvigionamenti energetici da solare termico e fotovoltaico pari al 50% se sono pubblici e al 30% se privati. Ma gli interventi non si limitano all’edilizia, riguardano anche il trasporto pubblico.
C’è da sottolineare che a Roma la situazione è più complicata rispetto ad altre realtà, perché qua la crescita economica è legata al terziario e i consumi in questo settore sono aumentati. Ed è importante da questo punto di vista l’accordo siglato con tutti gli stakeholders della città, dove si è condivisa l’analisi sui numeri e sulla necessità di andare ad operare un taglio di 1 milione di tonnellate l’anno Co2, in più rispetto al previsto, e di fare un piano condiviso su come operare. Decideremo insieme quali azioni ognuno degli attori coinvolti dovrà fare, con la piena assunzione di responsabilità di ognuno».

E la fondazione Clinton ha mostrato interesse per Roma?
«Su questo nostro percorso la fondazione di Clinton si è mostrata molto interessata e si è resa disponibile a stanziamenti diretti per la riqualificazione degli edifici comunali. L’altro settore interessante, su cui potremo muoverci assieme, riguarda i contatti che possono mettere a disposizione con aziende che lavorano nel campo delle tecnologie verdi, nel lavoro che la fondazione fa di lobbing positiva. Ad esempio quelle delle lampadine Led, (Light emitting diode, cioè diodo a emissione luminosa, sono lampade costituite da frazioni di semiconduttori che, quando vengono attraversati da corrente elettrica, emettono luce visibile, ndr). Naturalmente rimanendo fermo il meccanismo delle gare. Se però riusciamo a far crescere la domanda da parte delle amministrazioni si potranno ottenere prezzi più bassi e quindi più vantaggiosi per le amministrazioni stesse».

Insomma un bilancio positivo per questa trasferta oltreoceano?
«Direi proprio di sì. E ho trovato un grande interesse per Roma, dove è prevista in futuro una presenza diretta della fondazione Clinton, che aprirà qua un ufficio per l’Italia».

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