[24/05/2007] Parchi

Biodiversità: per il Parlamento europeo l’Ue non rispetta gli impegni

BRUXELLES. Nel 2001, i capi di Stato dell’Ue hanno deciso di mettere termine all’impoverimento della biodiversità europea entro il 2010 e di rimettere in sesto abita ed ecosistemi. A tre anni dalla scadenza il Parlamento europeo esprime «profonda inquietudine per la riduzione persistente» della biodiversità e chiede sforzi urgenti per rispettare gli impegni presi.

Secondo il rapporto del Verde Adamou, adottato a grande maggioranza dai deputati Ue, «la riduzione della biodiversita rappresenta una minaccia tanto importante per la nostra sopravvivenza che il cambiamento climatico».
In Europa il 52% delle specie di pesci di fiume, il 45% dei rettili e delle farfalle, il 42% dei mammiferi autoctoni, il 30% degli anfibi e 800 specie vegetali sono minacciata di estinzione. Gli stock di pesci commerciali di alto mare sono in grande riduzione. Resta dunque molto da fare per rispettare gli obiettivi di “count down 2010” per arrestare il declino della biodiversità.

Secondo il rapporto «se non passiamo ad un utilizzo sostenibile, non resteranno pesci per i nostri figli», le iniziative non mancano «ma non apportano risultati sufficienti. Per i parlamentari europei questo dipende dal fatto che ci sono «troppi pochi finanziamenti e troppa poca volontà da parte degli Stati membri»

La rete di Natura 2000, che protegge gli habitats naturali, copre oggi il 18% delll’Ue l´Ue a 15. Dopo oltre 10 anni, la politica agricola è integrata con misure ambientali, ma per gli eurodeputati la specializzazione e l’intensificazione agricola ha ridotto nel frattempo la biodiversità.

La riforma in corso della politica della pesca che mira anche a ridurre la pressione sull’ambiente marino per i deputati europei ricorre ancora troppo a tecnologie distruttive e non selettive. Numerose leggi sono in preparazione per salvaguardare la qualità di aria, acqua, suolo e per ridurre l’inquinamento. Nel 2006 la Commissione europea ha proposto un piano di azione generale per la biodiversità che stima che l’Ue «non soffrirà a conservare la biodiversità ed a mantenere i servizi ecosistemici», cioè la produzione di nutrimento, di carburante, di fibre, di medicine, la regolazione del ciclo delle acque e la composizione dell’aria, la regolazione del clima, il mantenimento della Fertilità dei suoli ed il ciclo degli elementi nutritivi. «Servizi offerti gratuitamente dalla natura che sono alla base dello sviluppo sostenibile e di un buon numero di attività economiche.

Per I deputati occorre rafforzare Natura 2000 non solo per proteggere le specie ma per ristabilirle, integrando la biodiversità nelle politiche agricole e della pesca, a livello locale e nazionale. Il Parlamento chiede una risposta comunitaria alle minacce alla biodiversità rappresentata dall’introduzione, volontaria e involontaria, di specie allogene estranee agli ecosistemi europei.

La Commissione Ue ha riconosciuto di non disporre di informazioni sulle azioni intraprese dagli Stati membri per lottare contro le specie “aliene”, ma sottolinea che occorre contrastare queste introduzioni come occorrere valutare meglio i rischi per la biodiversità che vengono dagli organismi geneticamente modificati.

Il rapporto chiede il rispetto tassativo delle quote di cattura fissate per la pesca di fondo in alto mare e di ridurre le importazioni di legno tropicale, di valutare bene l’effetto che potrebbe avere la produzione di biocarburanti sulle foreste tropicali e soprattutto di rafforzare gli sforzi di ricerca «ridicolmente deboli» nel campo della biodiversità.

«L’uomo, malgrado il suo genio – dice Adamos Adamou – non potrà mai compensare artificialmente le ricchezze naturali che distrugge. La biodiversità esige sforzi senza precedenti per adattare le nostre attività ai bisogni dei sistemi naturali. E non il contrario».

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