[25/05/2007] Rifiuti

C´è chi rilancia il nucleare e chi è ancora alle prese con le vecchie scorie italiane

SALLUGGIA (Vercelli). L’8 maggio scorso la Sogin ha effettuato il primo spostamento di materiale nucleare dal sito Eurex a quello di Avogadro. Ne parliamo con un membro del comitato Contro il nucleare, per sapere la situazione in cui versa Saluggia e i comuni limitrofi.

il 18 aprile, più di un mese fa, avete chiesto un incontro con la Sogin, l’Apat e gli amministratori locali. Qual era l’obiettivo dell’incontro?
«Il nostro obiettivo primario è sempre l’informazione. Nel caso specifico volevamo capire meglio la situazione della contaminazione della zona dal momento che i rilevamenti scoprono contaminazioni radioattive sempre più lontani dai depositi. Inoltre volevamo capire, dato per scontato che la piscina Eurex va svuotata, quale fosse la soluzione e quali i fattori considerati».

Che risposte avete avuto?
«In generale purtroppo di risposte ne abbiamo avute poche, e anche piuttosto confuse. Non sanno nemmeno con certezza se la contaminazione proviene effettivamente dalla piscina Eurex o da qualche altra parte. Nemmeno loro riescono a darsi una spiegazione logica di come sia possibile che la concentrazione da radionuclidi presente nei pozzi presso la piscina sia uguale a quella presente nel pozzo delle Benne, lontano due chilometri».

Dal 2000 c’è un muro che difende il sito, vero?
«Si è vero. Dopo l’alluvione del 2000 il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia definì Saluggia il luogo più pericoloso della terra dicendo che si sfiorò la catastrofe planetaria. La soluzione trovata è stata quella di costruire un muro alto circa 5 metri e profondo circa 15.
È bene comunque far presente che tale muro difende solo ed esclusivamente la piscina Eurex, ma non ha nulla a che vedere con Avogadro che rimane tutt’oggi privo di qualsiasi difesa in caso di alluvione».

Perché Avogadro allora?
«Non lo sappiamo. In un primo momento avevano proposto di trasferire le barre alla centrale Enrico Fermi di Trino oppure ad Avogadro. Poi, dopo appena qualche settimana, l’ipotesi Trino è misteriosamente scomparsa e la scelta è caduta su Avogadro. Nebulosamente è stato detto che Avogadro è più vicino e quindi, vista l’emergenza, per loro sembrava essere sufficiente.
Per rimanere solo in ambito di sicurezza basti dire che Avogadro ha subito tre alluvioni ed un incendio, che dal 1995 al 2006 non aveva autorizzazione a contenere maggiore materiale radioattivo rispetto a quello che già conteneva e che con una deroga firmata a fine dicembre 2006 dal ministro Bersani, dopo l’assenso di Apat, tale autorizzazione è stata ripristinata senza che fossero fatte alcun tipo di modifiche allo stabilimento o alla piscina.
In più, come ha ammeso la stessa Sogin, anche Avogadro perde acqua radioattiva. Ma ne perde poca - dicono - circa un litro al giorno e questa perdita secondo loro è comunque controllata perchè l’intera piscina, a differenza di Eurex, è ispezionabile da sotto. Quindi in caso di problemi maggiori, la perdita sarebbe immediatamente localizzata e non provocherebbe danni all’esterno».

Gli enti di controllo cosa dicono?
«Apat dice che non spetta loro fare proposte alternative, che hanno ricevuto da Sogin solo l’opzione Avogadro e che, dopo i doverosi controlli, per loro va bene così».

E gli amministratori?
«Il sindaco di Saluggia ha sempre dichiarato che per motivi di sicurezza ambientale e della popolazione, la piscina Eurex va svuotata e, se proprio nessuno vuole le barre, va bene anche Avogadro: altro che al nostro fianco! Per non parlare dell’assessore all’ambiente della regione Piemonte, che prima - al congresso dei Verdi nel mese di febbraio - promette un tavolo tecnico su dove trasferire le scorie e poi se ne dimentica facendo orecchie da mercante quando gli viene chiesto perchè non ha mantenuto la promessa».

Quali sono le vostre richieste?
«Ora c’è un accordo con la Francia perché si prenda il nostro combustibile entro 3 anni. Noi chiederemo all’amministrazione che tutte le parti si impegnino in un documento scritto garantendo che tutto il materiale da Saluggia se ne vada via, perché Saluggia non può essere un deposito di materiale nucleare».


(Nella foto una vasca della piscina di Saluggia, che ospita 3000 tonnellate d´acqua dentro le quali si trova il materiale radioattivo)

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