[25/05/2007] Acqua

Oltre il 91% del mare italiano è balneabile, ma come sta?

ROMA. Presentati oggi i risultati del monitoraggio sulla qualità della acque della balneazione lungo le coste italiane. Interrompendo una prassi che negli ultimi anni aveva visto la presentazione del rapporto del ministero della Salute a fine stagione, finalmente si torna a dare una corretta e tempestiva informazione al popolo dei bagnanti che deve scegliere dove trascorre le vacanze estive. Dai risultati emersi sembrerebbe esserci l’imbarazzo della scelta: il 91,3% delle acque costiere italiane sono infatti balneabili, mentre è l’8,7% che non soddisfa i requisiti di balneabilità.

I risultati delle analisi condotte dalle Arpa e dalle aziende sanitarie sono il frutto del controllo di 5.410 chilometri di coste su 7.375 di cui 4.941 sono balneabili e 468 vietati per inquinamento. Complessivamente, afferma il ministero “il quadro nazionale appare molto rassicurante anche se si nota un lieve aumento della costa non balneabile (+1,15% in quasi tutte le regioni rispetto alla costa marina da controllare) rispetto allo scorso anno”.

Si tratta, rileva il ministero, di un risultato importante se confrontato con la situazione degli anni ´80, quando oltre un terzo delle coste italiane non risultava accessibile ai bagnanti perché inquinato.

Tra le regioni con più chilometri costieri non idonei alla balneazione figurano il Lazio (21%) e la Campania (19,9%), ma anche il Veneto (10,8%) e la Calabria (10,1%). Tutte le altre regioni sono al di sotto delle media nazionale dell´8,7% di spiagge inquinate.

Ma oltre al Friuli Venezia Giulia che con il 100% di coste balneabili ha fatto l’enplein, ottima la situazione anche in Molise (98,1%), Toscana (98%), Liguria (97,6%), Basilicata ed Emilia Romagna (97,3 ).
I dati, come previsto dal decreto che regola la materia (Dpr 470/82), si riferiscono alle analisi condotte nel periodo che va da aprile a settembre del 2006. Ma il monitoraggio delle acque, come precisa il ministero “é continuo e per questo i sindaci dei comuni possono inibire la balneazione se i risultati, favorevoli in questo rapporto, diventano sfavorevoli”.

Ovvero se nella fase dei prelievi di quest’anno emergeranno situazioni di criticità in corso d’opera. O se non si presenteranno nuovamente problemi legati alla proliferazione di alghe tossiche come è successo negli anni scorsi, che richiederanno l’immediato divieto alla balneazione.

Ma del resto questo le analisi richieste per giudicare se un’acqua è o no balneabile, non sono in grado di dirlo, come niente nei fatti possono dire sul reale stato di salute dell’ecosistema marino. Su cui era previsto e realizzato un monitoraggio specifico di cui però se ne sono perse le tracce.

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