[28/05/2007] Aria

Greenpeace contro Lula: più impegno contro i cambiamenti climatici

LIVORNO. Greenpeace e il Frente parlamentar ambientalista brasiliano, che ha adesini trasversali, hanno presentato al Congresso Nacional uno studio per una rivoluzione energetica.
Secondo il direttore delle campagne di Greenpeace Brasil, Marcelo Furtado «é un’ottima opportunità per inserire nella legislazione una ristrutturazione di matrice energetica pulita e rinnovabile per il Brasile. E’ possibile garantire la crescita economica o lo sviluppo sociale del Paese investendo nell’efficienza energetica ed eliminando fonti sporche come carbone, petrolio e nucleare dalla politica energetica nazionale».

Ma per Greenpeace il governo brasiliano deve anche smettere di incolpare i paesi industrializzati del riscaldamento climatico e invece assumersi le proprie responsabilità, attuando una strategia per combattere il global warming, a cominciare dalla salvaguardia dell’Amazzonia, la più grande foresta pluviale del Mondo.

Secondo Gerd Leipold, direttore esecutivo internazionale Greenpeace, il presidente Luiz Inacio Lula da Silva non fa molto: «Troviamo molto deludente – ha detto durante una sua visita in Brasile - l´assenza di una strategia nazionale per il clima e di una strategia per l’energia e la riapertura della discussione sull’energia nucleare».

Greenpeace ha sollecitato il governo Brasiliano, anche in vista del prossimo G8 in Germania che si occuperà proprio di cambiamenti climatici, a prendere posizioni chiare sul taglio di emissioni di CO2 e per fare in modo che Usa, Cina ed India aderiscano al Protocollo di Kyoto. «Non abbiamo ottenuto il si - ha detto Leipold – Ci sembra che almeno da parte del governo e forse persino per il presidente, le questioni ambientali siano considerate meno importanti che le questioni sociali. E se ci sono attività che generano abbastanza ricchezza, se sono un affare per il Paese, allora la distruzione ambientale viene ignorata».

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