[28/05/2007] Energia

Liberalizzazione elettrica, meno costi e più consumi?

LIVORNO. Dal primo luglio di quest´anno, cadrà il monopolio dell´Enel. Da quella data, tra poco più di un mese, scatterà la liberalizzazione elettrica. Ogni cittadino potenzialmente potrà cambiare gestore. Teoricamente questo dovrebbe portare ad una moltiplicazione dell´offerta e dunque a una riduzione dei costi. I giornali, però, ricordano quanto sia indispensabile usare il condizionale su quest´ultimo punto, segnalando che sia la liberalizzazione del gas, sia quella del telefono non abbia portato grandi risparmi per i consumatori.

Il tema pone tuttavia un altro interrogativo. Sul quale siamo già intervenuti nei giorni scorsi e che oggi approfondiamo con Giulio Marcon, portavoce della campagna Sbilanciamoci!. La domanda-riflessione che gli poniamo è questa: liberalizzare l´elettricità dovrebbe portare, grazia alla moltiplicazione dell´offerta, a tariffe più vantaggiose per i cittadini. Si pensa a formule particolari per le fasci sociali deboli e per chi in generale consuma pochissimo. Abbassare i costi può però avere come conseguenza quella di un uso maggiore e meno attento proprio in virtù di una spesa meno onerosa. Ma così si andrebbe in contrasto con la necessità riconosciuta ormai universalmente impellente del risparmio energetico.

La sostenibilità sociale, quindi, potrebbe non collimare in questo caso con quella ambientale. Che cosa ne pensa?
«Il provvedimento sulla liberalizzazione dell´energia elettrica -
comincia Marcon - sarà positivo se effettivamente andrà a favore dei consumatori e non si risolverà in una moltiplicazione dei monopoli privati, che invece sarebbe un danno. E poi dovrebbe essere legato ad un´impostazione di carattere culturale che tenda ad un uso sobrio dell´energia. Consumare meno, dunque, non solo per abbattere i costi, ma per riconvertire il sistema verso un comportamento meno energivoro».

E come si può fare?
«C´è bisogno di usare meno energie e di consumarla in modo più consapevole. Non vorrei che questo provvedimento, invece, oltre ad avere un buon effetto sui costi ne avesse uno dannoso moltiplicando
l´uso di energia, anche se magari proveniente da fonti rinnovabili.
Il problema è quello di una riconversione ecologica della produzione, a costi sempre più contenuti, ma mirata al risparmio energetico. Anche l´energia è un bene comune».

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