[28/05/2007] Comunicati

Terra Futura o Terra passata?

FIRENZE. A Firenze si è svolta la quarta edizione di "Terra futura". La manifestazione, sfruttando quasi interamente gli enormi spazi della Fortezza, è divenuta una specie di grande kermesse intellettuale, espositiva e persino commerciale sulla gestione di ambiente, energia e territorio. Rispetto alle edizioni precedenti, il livello delle conferenze è stato estremamente elevato e ricco di approfondimenti. In particolare, il confronto fra numerosi docenti universitari ed esperti di ingegneria, chimica o fisica ha fatto capire fino in fondo (a chi lo vuol capire) che l´ottimismo futurista e futuribile è meglio accantonarlo una volta per tutte.

È emerso chiaramente come i problemi ambientali ed energetici coprano due diverse portate: il largo raggio e il corto raggio, vale a dire la Terra intera e i rispettivi territori locali di appartenenza. Quando pensiamo alle condizioni del pianeta nella sua globalità, bisogna riconoscere che non c´è più niente da fare. Sarebbe davvero illusorio pensare di poter invertire, tanto per dirne una, il surriscaldamento globale. La Terra è una, mentre gli uomini aumentano di numero in maniera esponenziale. L´ideologia della crescita ad oltranza del Pil e del consumismo ormai hanno contagiato anche l´India e la Cina rendendo ininfluente il velleitario "20-20-20" promosso dall´Unione Europea. Nel 2020, quand´anche si arrivasse (e francamente non vediamo come) ad un´incidenza delle fonti rinnovabili pari al 20% e a una riduzione dei gas serra anch´essa pari al 20%, l´impatto delle automobili, delle industrie e degli elettrodomestici cinesi e indiani, unitamente al mantenimento dell´attuale stile di vita occidentale, sarà tale da aggravare ulteriormente la salute della Terra. Senza una riduzione dei consumi, senza né risparmio né efficienza energetica e senza addirittura un rallentamento demografico (invocato da associazioni quali "Rientro dolce" o "Il movimento per la decrescita felice"), non c´è né eolico né solare che tenga. E nel breve raggio?

L´assenza di un piano energetico nazionale e la necessità di ripensare radicalmente la rete elettrica, per favorire l´eolico e il solare, che hanno bisogno di una distribuzione a breve distanza, sono sotto gli occhi di tutti. E non c´è stata conferenza che non si sia impossessata di questi argomenti. Quindi, è nel breve raggio, con la difesa ad oltranza del proprio territorio dai rigassificatori, dalle centrali turbogas, dalla cementificazione selvaggia, dalle lottizzazioni irrazionali e dall´Alta Velocità all´italian, con l´installazione di pannelli fotovoltaici e centrali eoliche, che possiamo allungare la vita se non alla Terra, almeno al "proprio giardino". Bisogna però mettere da parte l´ottimismo di chi guarda sempre al futuro, alla "Terra Futura" anziché alla "Terra presente", il cui clima è già cambiato (e non "cambia" come ripetono i Verdi e Legambiente) e alla "Terra passata". Anche perché, se si guarda al passato, non c´è che da vergognarsi.

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