[29/05/2007] Parchi

Il libeccio mangia la costa e il turismo le sue risorse

CECINA (Livorno) E’ bastata una libecciata di tarda primavera, una delle tante a cui dovremo abituarci secondo i climatologi, per mangiarsi il ripascimento appena fatto sulla spiaggia di Marina di Cecina e spazzare via infrastrutture balneari. Intanto il litorale di Castagneto è sempre più a rischio erosione e alcuni comuni elbani investono gran parte dei loro bilanci per rifare in primavera le spiagge che il mare porta via in inverno. Sono solo le ultime notizie di un fenomeno sempre più diffuso che interessa almeno il 35% dei 191 chilometri di coste sabbiose (e non solo) toscane, in questi anni ripascimenti ed opere di difesa a mare si sono sprecati, nonostante questo, secondo i dati della Regione, in 25 anni dal litorale toscano sono spariti più di 220 mila metri quadri di spiaggia.

I nuovi progetti di difesa della costa si basano da tempo sull’abbandono dei sistemi rigidi, su ripascimenti ‘preventivi’, sulla gestione integrata, gli esperti parlano di difesa delle praterie di posidonia, di ripristino degli apporti dei sedimenti fluviali. Ma non tutto fila liscio e lo scontro con gli ambientalisti e i comitati è sempre dietro la porta, frutto anche di una diffidenza verso interventi costosi e realizzati mentre le strutture rigide e impattanti, come i porti, non hanno smesso di crescere e di creare nuovi problemi, di spostare correnti e sedimenti, di erodere tratti di costa.

Siamo di fronte alla riproposizione di un vecchio dilemma acuito dal cambiamento climatico e dal presentarsi di fenomeni ‘estremi’ fuori stagione: turismo nautico o balneare? Turismo costiero o difesa delle risorse naturali costiere? Un dilemma a due corna che ha il difetto di non poter essere risolto, visto che la nautica e il turismo sono attratte da un territorio costiero solo finché esiste la possibilità di fruirlo, se il libeccio non se lo ingoia ad ogni temporale.

Resta il fatto che sempre più soldi pubblici vanno a tamponare, ormai in maniera non più episodica, sempre più frequentemente situazioni di erosione causate spesso da opere pubbliche o che il pubblico ha concesso di realizzare e gestire al privato, e che la base dell’economia turistica costiera, la spiaggia è messa in pericolo dagli stessi servizi ed infrastrutture che si vuole dare al turismo balneare e marittimo per alimentare una crescita che si basa su un bene sempre più fragile e sempre meno disponibile Insomma, il turismo, come Crono, mangia i suoi figli per non farsi spodestare, un granello di sabbia alla volta.

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