[29/05/2007] Rifiuti

Le polizie a scuola di disinquinamento

LIVORNO. Nono corso di disinquinamento marino al via a Civitavecchia. La novità di quest’anno è che vi partecipano tutte le forze militari e di polizia che operano sul mare. Il ministero dell’Ambiente ha voluto coinvolgere tutti i soggetti che lavorano per la tutela della risorsa mare, realizzando un coordinamento tra i diversi Corpi anche in sede di formazione. Partecipano la Marina Militare, il Corpo delle Capitanerie di Porto, il Comando dei Carabinieri per la tutela dell’Ambiente, la Guardia di Finanza e il Corpo Forestale dello Stato.

«L’Italia - ha detto il ministro Alfonso Pecoraro Scanio - ha dimostrato e dimostra quotidianamente grandi capacità e altissime professionalità, riconosciute anche a livello internazionale. Con la missione “Bahar” in Libano, ad esempio, abbiamo affrontato un disastro ambientale provocato da idrocarburi fuoriusciti da una centrale bombardata durante l’ultimo conflitto e abbiamo ottenuto ottimi risultati. Un lavoro responsabile ed un valido esempio di collaborazione interforze. Al di là delle missioni, però, c’è da considerare e apprezzare i risultati che ogni giorno si raggiungono sul campo nelle cosiddette “attività di routine”. Presso il Ministero dell’Ambiente è attiva, 365 giorni l’anno, 24 ore su 24, la sezione operativa “Emergenza in mare”, che coordina e pianifica, disponendo di 58 mezzi navali specializzati, l’attività di vigilanza e pattugliamento dei quasi ottomila chilometri di costa della nostra penisola e la lotta all’inquinamento marino degli idrocarburi. Nel 2006 questa sezione ha operato circa 200 interventi».

Il corso di Civitavecchia, organizzato dalla Castalia Ecolmar per conto del Ministero dell’Ambiente e che si concluderà venerdì primo giugno, oltre agli aspetti dei piani di pronto intervento, ha anche l’obiettivo di analizzare gli aspetti legislativi nazionali ed internazionali legati all’inquinamento del mare.
Il ministero non specifica che cosa intenda per «analizzare gli aspetti legislativi nazionali ed internazionali legati all’inquinamento del mare». Conoscere le leggi europee e mondiali è importante, ma lo è altrettanto che si intervanga “alla radice”.

Basti pensare a che cosa vorrebbe dire ad esempio vietare in tutto il mondo la navigazione alle cosiddette carrette del mare. Imporre il doppio scafo alle petroliere e a tutte le navi che trasportano carichi particolarmente pericolosi e potenzialmente inquinanti. Come è altrettanto importante combattere il problema a terra. L’inquinamento del mare, infatti, deriva anche dai fiumi. Dunque la questione è assai complessa e speriamo che anche attraverso questi corsi si trovi il modo di coordinare un’azione che non guardi solo all’affrontare l’emergenza - cosa utilissima - ma alla prevenzione e al controllo.

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