[05/06/2007] Parchi

Il turismo minaccia i poli

LIVORNO. Negli ultimi dieci anni il turismo ha preso d’assalto l’Artide e l’Antartide, la tecnologia e i soldi hanno reso possibile a molti di arrivare dove prima giungevano solo eroici esploratori, ma questo potrebbe avere pesanti conseguenze sull’ambiente e sulle popolazioni locali. «Nell’Artico – dice l’Unep in occasione della giornata mondiale per l’ambiente – il numero di turisti é passato da circa un milione al debutto degli anni 90 a più di 1,5 milioni attualmente. In Antartide, il numero di turisti su navi da crociera é aumentato più di quattro volte negli ultimi 14 anni, e quello dei turisti terrestri più di sette volte negli ultimi 10 anni».

Ma intanto l’organizzazione e le infrastrutture non si sono adeguate per gestire il flusso di turisti in aumento e l’adozione e l’applicazione di politiche e programmi appropriati si fanno sempre più urgenti in terre che per lunghissimo tempo sono state il dominio assoluto di comunità indigene o, come nel caso dell’Antartide, di scienziati, che oggi vengono incluse tra le “curiosità” delle costose crociere polari.
Il numero elevato di visitatori ed attività non sempre attente ai fragili equilibri di ambienti così estremi possono provocare notevoli danni, ma è indubbio che le popolazioni locali dell’Artico traggono dal turismo anche una nuova fonte di reddito e benessere.

Secondo un rapporto pubblicato congiuntamente dall’International ecotourism society (Ties) e dall’Unep, esistono «relazioni preoccupanti quanto a degradazione ambientale nell’area polare (soprattutto nell’Artico), legate all’industria turistica in piena espansione, particolarmente per quel che concerne i territori, la fauna e la flora, l´acqua ed altri bisogni alimentari».
Il rapporto Unep-Ties traccia un quadro delle particolarità ambientali delle regioni polari e descrive il ruolo multiplo degli impatti del turismo, analizza le tendenze, propone un’agenda per lo sviluppo di un turismo sostenibile, sottolineandone i principi di gestione durevole e dando indicazioni e suggerendo scelte di buone pratiche per applicarli.

Il numero di visitatori dell’Artide ha già largamente oltrepassato quello della popolazione locale delle destinazioni più frequentate, mettendo in pericolo il mantenimento di pratiche culturali autoctone.

Secondo Stefanos Fotiou, coordinatore del rapporto e responsabile del servizio turismo dell’Unep «come succede alle isole Galapagos, l’entrate turistiche potrebbero finanziare progetti di conservazione della natura nell’ambiente polare. L´importante é adottare le buone pratiche per approcciarsi alle differenti situazioni predominanti in Artide e in Antartide. Dunque, abbiamo subito bisogno, per far avanzare le politiche le politiche e i programmi per lo sviluppo sostenibile del turismo polare, di mettere insieme le informazioni esistenti e creare nuove pratiche, d´offrire un accesso facile a queste informazioni e di mettere in opera dei progetti pilota che contribuiscano all’integrazione d’un turismo più sostenibile nell’Artico. Nell’Antartide, gli sforzi devono proseguire per far si che le attività commerciali non nuocciano agli obiettivi del Trattato che garantisce all’Antartide lo statuto di riserva naturale consacrata alla pace ed alla scienza».

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