[06/06/2007] Comunicati

G8, uno stallo annunciato? Intanto affari e industrie si muovono

LIVORNO. Finora, in preparazione del G8 di Heiligendamm, più che le buone intenzioni e le speranze della cancelliera tedesca Merkel, fanno notizia le devastazioni guerresche dei black-block che stanno alacremente lavorando per demolire quel che resta del pacifico movimento “no-global”. Ma da oggi si comincia davvero, e sul Baltico, nella cittadella assediata da proteste e speranze, il vertice mondiale dei potenti rischia di essere ghiacciato dai venti di guerra fredda e commerciale che spirano tra Mosca, Washington e Pechino.

Intanto Bush, dopo le aperture dei giorni scorsi, mette già le mani avanti, e manda a dire che il testo finale del G8 sul cambiamento climatico non dirà nulla sui limiti “accettabili” per l´aumento delle temperatura e sugli impegni per ridurre i gas serra. Una delusione per Angela Merkel che sperava di far digerire ai due presidenti delle grandi potenze a fine mandato, Bush e Putin, almeno qualche boccone della ricetta europea su global warming e risparmio energetico.

Con questo, Bush ha già sicuramente deluso i 23 alti responsabili del settore bancario e delle assicurazioni che hanno lanciato un appello ai Paesi del G8 sottolineando che «numerosi effetti dei cambiamenti climatici cominciano a farsi sentire» e denunciando le minacce che pesano sui loro settori di attività, così come sugli ecosistemi e le società umane. Banchieri ed assicuratori suggeriscono al G8 di far propri gli obiettivi dell’Unione Europea e della Gran Bretagna che prevedono una riduzione dal 20 al 30% delle emissioni di gas serra entro il 2020, e dal 60 all’80% entro il 2050.

L´iniziativa di questi esponenti del mondo finanziario internazionale è stata accolta con entusiasmo dal direttore esecutivo dell’Unep, Achim Steiner, che ha sollecitato i governi del G8 «ad ispirarsi ad altri esempi della storia, dove divisioni radicali sono state superate. La Commissione verità e riconciliazione in Sud Africa è uno di questi esempi. Invece di dare lezioni, tutti dovranno applicarsi alle riduzioni delle emissioni, nei Paesi sviluppati come nei Paesi in rapido sviluppo», un entusiasmo e raccomandazioni sagge, ma che rischiano nuovamente di non trovare ascolto.

«L’Europa vada avanti senza accettare compromessi al ribasso», questa la posizione degli Ecodem, tra cui Roberto Della Seta, Francesco Ferrante, Sergio Gentili, Gianni Mattioli, Ermete Realacci, Edo Ronchi, Massimo Scalia, Fabrizio Vigni, all’annuncio che gli Stati Uniti non sottoscriveranno al G8 nessun accordo sul clima.

«La volontà di George Bush di continuare nel boicottaggio del protocollo di Kyoto – sottolineano in una nota congiunta i promotori del manifesto appello Ambiente: nuova frontiera per l’Ulivo-Partito Democratico e per l’Italia – tradisce ancora una volta l’incapacità dell’amministrazione americana di valutare le reali priorità dello scenario mondiale. E’ ora necessario che l’Unione Europea insista sul versante delle politiche ambientali ribadendo la necessità di azioni efficaci e prioritarie per la lotta ai mutamenti climatici».

La linea degli Ecodem è univoca ed unanime: «L’Enione Europea non ceda alle pressioni e stigmatizzi con forza le scelte, in materia ambientale, degli Stati Uniti».
Intanto l’Enel sembra prendere molto sul serio una delle nuove tecnologie anti global warming all’esame dei governi e del mondo scientifico del pianeta: la cattura e stoccaggio di CO2 prodotta da industrie e centrali elettriche in “serbatoi” marini e terrestri.

«Il futuro della Co2? Sottoterra o in fondo al mare» titola sul Manifesto di oggi un articolo redazionale di Enel (cioé uno spazio acquistato e scritto dalla stessa società, ndr). Proprio perché si tratta di un messaggio pubblicitario e non giornalistico, è particolarmente interessante in quanto indica i tempi reali per avere impianti in cui sperimentare soluzioni verdi per le centrali a carbone, chiarendo un po´ meglio che cosa si intende per “carbone pulito”. Per quanto riguarda la cattura e lo stoccaggio della Co2 essa è possibile, spiega l’Enel, sia dopo che durante la combustione. «Riguardo alla prima soluzione – si legge nella nota redazionale curata dall´azienda - l’Enel è in procinto di attivare un impianto pilota a Brindisi, che sarà attivo intorno al 2009. Riguardo al sequestro dell’anidride carbonica durante la combustione invece, l’Enel sta studiando la possibilità di realizzare a Marghera una centrale a carbone da 35MW basata su questa tecnologia. L’ultima soluzione prevede la massificazione del carbone: Enel prevede di costruire entro il 2010 il primo impianto pilota di questo tipo».

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