[06/06/2007] Urbanistica

Della Toscana che si inventò i parchi per impedire operazioni speculative

PISA. Dopo l’articolo di Conti, l’intervista di Martini e la risposta del direttore Manfellotto sulle note vicende toscane, vale forse la pena di ritornare su un argomento che merita qualche ulteriore precisazione. Il direttore del Tirreno, infatti, pur condividendo molte delle cose dette da Conti e Martini riguardo ai nuovi impegni della regione (Pit etc) contesta l’affermazione ‘che dieci-venti anni fa nessuno osteggiasse piani e progetti per i quali invece si protesta oggi con sindaci e assessori che li hanno ereditati e che stanno correndo ai ripari con nuovi strumenti urbanistici’.

Manfellotto ha perfettamente ragione e sorprende che si sia dimenticato (il che spiega altri sconcertanti silenzi nella recente buriana) che in questa regione proprio per impedire operazioni speculative di proporzioni e dimensioni che fanno impallidire taluni episodi odierni si siano ‘inventati’ i parchi, assai prima che lo stato si dotasse di una sua legge al riguardo. Altro che mancate proteste; ce ne furono e di clamorose e fortunatamente vincenti; vedi lo scempio evitato nella pineta Salviati.

Dice nulla il fatto che oggi il comune di Vecchiano che fu al centro di quella vicenda nazionale possa respingere un progetto spropositato – ma ‘appetitoso’- quale quello della Ikea e compagnia con grande consapevolezza, chiarezza e determinazione? La storia conta anche per le istituzioni e il loro DNA non sempre è acqua e non basta qualche pur cospicuo ‘pedaggio’ a fare da grimaldello. Ecco perché a me ha colpito e colpisce anche negli interventi di Conti e Martini il silenzio sulle aree protette toscane che pure hanno ricevuto riconoscimenti anche europei proprio per il ruolo che esse hanno giocato e ancor più possono giocare oggi dall’Elba al Casentino. Il dibattito attuale in effetti lasciando fuori troppi protagonisti importanti e qualificati rischia di avvitarsi solo intorno alla ‘cementificazione’.

Davvero si pensa che un rilancio delle politiche ambientali che ormai fanno tutt’uno con quelle economiche in toscana si giochi solo o quasi in una maggiore vigilanza per evitare un po’ di cose brutte e troppo invasive. Magari ricordando che più che una buona urbanistica servo buoni amministratori? Che servono eccome, ma per fare quali politiche? Nel Pit se ne parla certo ma si fatica molto a intravederne i segni. A me pare che tutto continui a girare intorno a questo o quel progetto salvo poi il frammentarsi di polemiche con tanto di referendum ora sul gassificatore, ora sull’eolico, ora sulle biomasse senza un bandolo dal quale sia possibile risalire a dei progetti d’area che in Toscana per moltissimi e delicati versi riconducono a progettazioni che vanno dalle spiagge della Maremma al porto di Boccadarno
e che non interessano solo qualche sindaco imprudente o ‘sbadato’.

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