[06/06/2007] Trasporti

Infrastrutture, i Verdi chiedono più attenzione per le autonomie locali

ROMA. La strategia per le infrastrutture presentata ieri a Roma dai Verdi da inserire nel prossimo Dpef - che potrebbe sostituire la discussa legge obiettivo del 2001 - punta sul riconoscimento di un maggiore potere alle autonomie locali, sugli strumenti della valutazione ambientale, sul recepimento dei protocolli della convenzione sulle Alpi e sulla direttiva relativa alla tassazione del traffico pesante.
Le proposte dei Verdi mirano a selezionare le opere incluse nella legge obiettivo, indicare un ordine di priorità, escludendo allargamenti dalla lista per nuove opere, finanziarie, investimenti ed interventi utili con priorità alla mobilità urbana, al trasporto ferroviario, alla sicurezza stradale, alle vie del mare, alla portualità, alla logistica e intermobilità. Ed inoltre, individua nel calderone della legge obiettivo i progetti delle opere da mandare avanti e quelli da abbandonare. Quindi per esempio, niente da fare per le autostrade costiere come il corridoio tirrenico, voluto da alcuni comuni interessati e da altri no. Il governo quindi in questo caso deciderebbe e l’autonomia locale recepirebbe e basta.

Una situazione che non sembrerebbe molto in linea con l’intento della rivalutazione del ruolo degli enti locali sul territorio da parte dei Verdi. Eppure in ambito di potere legislativo delle regioni, degli enti locali, il legislatore si è pronunciato e anche la nostra Costituzione contribuisce all’individuazione delle competenze della Regione e dello Stato.
Per quanto riguarda la materia di infrastrutture e di trasporti (comunemente definita “lavori pubblici”), non è espressamente compresa dall’articolo 117 della Costituzione tra le materie riservate alla legislazione esclusiva dello Stato o di legislazione concorrente, e parrebbe di conseguenza doversi includere nell’ambito di competenza esclusiva “residuale” delle regioni.

Non può tuttavia disconoscersi in via generale la stretta connessione - che può risolversi in una almeno parziale sovrapposizione - tra la materia dei “lavori pubblici” ed altre materie indicate dall’articolo 117 come il “governo del territorio”, ma anche le “grandi reti di trasporto e di navigazione”, i “porti e aeroporti civili”, la “produzione, trasporto e distribuzione nazionale”.

Se ammettiamo che le autostrade siano riconducibili alla materia delle gradi reti di trasporto dobbiamo riconoscere la competenza della regione. Certo è materia di legislazione concorrente e dunque necessitante di una disciplina di principio governativa volta ad individuare le linee guida comuni alle regioni per l’esercizio delle proprie competenze in materia.

Ammesso tutto ciò la questione della conciliazione dell’esigenza della maggiore autonomia degli enti locali sentita dai Verdi e l’interesse dello Stato di intervenire direttamente nel campo delle opere pubbliche rimane. La necessaria identificazione dei principi di riferimento, non solo per la definizione di “infrastruttura pubblica”, ma anche dei parametri da seguire per ritenerla di interesse nazionale o no, non è una priorità che andrebbe considerata al fine della risoluzione delle problematiche concrete che coinvolgono il territorio.

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