[28/02/2006] Rifiuti

Microinquinanti, 585 controlli Arpat in un anno

FIRENZE. Nel corso del 2005 l’articolazione funzionale Microinquinanti organici dell´Arpat ha analizzato 585 campioni (massimo storico) comprendenti emissioni, acqua, terreni, prodotti alimentari, bonifiche e rifiuti.
Competente per i territori delle province di Arezzo, Firenze, Pistoia, Prato e Siena, l´articolazione ha effettuato campionamenti ed analisi di microinquinanti organici, in tutte le matrici ambientali; ed analisi per matrici alimentari.

Per microinquinanti organici si intendono sostanzialmente: Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), Policlorobifenili (PCB), Policlorodibenzodiossine (PCDD) e Policlorodibenzofurani (PCDF).

Data la natura di queste sostanze, tossiche a piccolissime concentrazioni, le tecniche di dosaggio richiedono alta specializzazione e sofisticate attrezzature strumentali. In particolare la tecnica strumentale prevede l’uso della spettrometria di massa a bassa risoluzione (quadrupolare e trappola ionica), per PCB ed IPA; e ad alta risoluzione (magnetica) per l’analisi di diossine, furani e PCB diossino-simili.

Ecco alcune delle attività che hanno impegnato di più:
Acque - effettuate 280 analisi.
Bonifiche – sono stati analizzati 130 campioni tra acque e terreni, provenienti da siti destinati a bonifica.
Emissioni – sono stati monitorati 6 impianti [Inceneritore Recupero metalli preziosi Ditta TCA (Arezzo); Inceneritore RSU di San Zeno (Arezzo); Inceneritore di Montale (Pistoia); Inceneritore di Poggibonsi (Siena); Impianto di abbattimento Diddi & Gori (Calenzano); Impianto Termoelettrico Edipower di Milazzo (Messina)]. Legname – quest’anno c’è stata l’emergenza “legno alla diossina”. Infatti, legname proveniente dal Camerun è risultato essere contaminato da diossina, come componente secondario del trattamento con prodotti antimuffa a base di pentaclorofenolo.

Su richiesta di vari uffici territoriali del Ministero della Salute. Sono stati analizzati 29 campioni di legname, dei quali solo alcuni sono poi risultati essere fortemente contaminati. Inoltre i dati forniti all’Istituto Superiore di Sanità hanno contribuito alla definizione del limite di riferimento.

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