[08/06/2007] Energia

Anselmi sulle biomasse: «La filiera corta è troppo corta per essere realistica»

LIVORNO. Il sindaco di Piombino Gianni Anselmi (Nella foto) cerca di leggere con un certo distacco l’improvviso stop che la Provincia di Livorno ha dato al progetto di centrale a biomasse da 22MW che la Seca aveva chiesto di realizzare a Montegemoli.

Sindaco si apettava uno stop del genere dopo che la conferenza dei servizi aveva dato l’ok tecnico?
«La Provincia a il presidente Kutufà avranno fatto le loro valutazioni e hanno preso questa decisione. Da parte nostra avevamo chiesto una valutazione tecnica e mi sembra di ricordare che l’ordinamento giuridico concepisca lo strumento della conferenza dei servizi proprio per dare certezze giuridiche e tecniche agli imprenditori».

Sembra che il Comune di Piombino tenga molto a questo progetto.
«Non sono particolarmente affezionato a questo progetto né ad altri che sono stati presentati in Val di Cornia. Semplicemente noi avevamo chiesto che una volta ottenute le autorizzazioni, la Seca si impegnasse a realizzare il ponte di ferro sul Cornia. Un’infrastruttura che permetterebbe di mettere in sicurezza l’intera area artigianale di Montegemoli, migliorando la qualità della vita dei nostri cittadini e delle nostre imprese».

Al di là delle “compensazioni" la Provincia di Livorno ha sospeso l’iter rifacendosi a quelle che sono le indicazioni espresse anche da Regione Toscana, che sta preparando il Pier, dal ministero dell’ambiente e a più riprese anche dall’Unione europea: bene le biomasse se derivano da filiera corta, altrimenti il bilancio ambientale finale è negativo per la distruzione delle foreste per lasciare il posto alle piantagioni di palma da olio.
«Intanto lascerei al Borneo e alla Malesia la possibilità di decidere i contorni del proprio sviluppo. Non credo che lo si debba o si possa decidere da Piombino… Mi pare francamente di essere arrivati a posizioni solo ideologiche. Sanno tutti come la penso sul carbone, ma se non vogliamo il petrolio, non si vuole il carbone e poi non si vogliono neppure le rinnovabili allora qualcosa non torna. Anch’io preferirei i capannoni dove si fanno pannelli solari e led luminosi, ma la quadratura del cerchio è un affare troppo complicato e non mi pare realistico pensare di risolverla solo con pannelli fotovoltaici e campi eolici ovviamente previo referendum».

Quindi lei è favorevole alle biomasse a prescindere?
«No è diverso, non sono contrario alle biomasse a prescindere. E alla fine la domanda è sempre questa: cosa vogliamo dalla produzione energetica di questo paese? Perché questa opportunità degli oli vegetali evita di sbilanciarsi per esempio sul carbone, oppure sul gas. Serve un campo intermedio su cui ragionare».

Le biomasse infatti sono apprezzate, anche dall’Ue, purché si parli di filiera corta.
«Ecco appunto. La filiera corta è troppo corta. Così è irrealistica. Stabiliamo dei paletti, dei perimetri continentali, ma non arrocchiamoci su posizioni ideologiche e assolutamente impraticabili».

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