[12/06/2007] Parchi

Alga tossica, l´Italia non ha ancora recepito la direttiva Ue sul monitoraggio

LIVORNO. L’estate è ormai arrivata e le spiagge cominciano a popolarsi di bagnanti. E se da una parte arrivano - quest’anno puntuali - i dati relativi allo stato delle acque di balneazione sempre più rassicuranti, dall’altro si procede anche al controllo di altri elementi ormai presenti in mare e che hanno rappresentato allarmi più o meno frequenti nelle scorse stagioni estive.

E’ il caso ad esempio della cosiddetta alga killer, ovvero l’Ostreopsis ovata (Nella foto), che ha causato sia nel 2005, con effetti particolarmente gravi sulle coste genovesi, e anche lo scorso anno, in varie località, effetti tossici di vario genere in sfortunati bagnanti.

Proprio riguardo al monitoraggio di questa alga, si è concluso da pochi giorni il corso sulle “Fioriture algali di Ostreopsis ovata lungo le coste italiane”, con l’incontro fra tutti i rappresentanti del sistema delle Agenzie per la protezione ambientale.

Dal confronto con i ricercatori e gli esperti sul tema sono emersi dati piuttosto rassicuranti, dal momento che è stato ribadito che nonostante l’Ostreopsis ovata sia presente in tutto il bacino nord occidentale del Mediterraneo, la presenza dell’alga, però, non è pericolosa nè per la salute umana, nè per l’ambiente marino costiero: in normali condizioni non è infatti ritenuta tossica. Ma è durante la fioritura e quindi la sua abnorme proliferazione che può (ma non sempre) produrre una biotossina algale, che è causa degli effetti riscontrati sui bagnanti.
Sulla base dei riscontri del seminario, l’alga killer esce comunque ridimensionata: i sintomi che potrebbero comparire nell’uomo (febbre, infiammazione delle alte vie respiratorie, tosse, cefalea, nausea, congiuntivite) regrediscono infatti naturalmente nel giro di qualche ora.

Negli anni passati questi effetti tossici sono stati riscontrati in varie regioni italiane (Sicilia, Puglia, Lazio, Toscana) e in altre regioni del Mediterraneo (Francia, Spagna, Grecia). E l’Italia si è dimostrata la nazione più sensibile sul tema, per aver attuato il controllo più rigoroso del fenomeno.
Anche quest’anno ad esempio in Liguria, è stato istituito il monitoraggio preventivo della costa nei punti ritenuti più a rischio, con quattro stazioni fisse e controlli “spot” che vengono effettuati lungo tutto la costa.

Per la situazione in Toscana abbiamo chiesto notizie a Antonio Melley, coordinatore del gruppo di lavoro balneazione per Arpat.

Melley, per la sorveglianza sull’Ostropsis ovata, sono previste reti di monitoraggio anche lungo le coste toscane?
«In Toscana non abbiamo una rete così dettagliata come la Liguria, ma dove abbiamo avuto problemi negli scorsi anni, ovvero nel litorale di Massa Carrara verrà operata una sorveglianza. Questo significa che i nostri operatori durante il normale controllo della acque di balneazione verificheranno la presenza, i sintomi o i segnali di alterazione della acque».

E quali sono questi segnali?
«Macchie in superficie, colorazione anomala, i ricci che perdono gli aculei, le stelle di mare che evidenziano segni di sofferenza, patelle che tendono a staccarsi facilmente. In quel caso effettueranno prelievi specifici dell’acqua di mare ed eventualmente intensificheranno monitoraggio e sorveglianza».

Quali sono le cause che determinano queste abnormi infiorescenze dell’alga killer?
«I fenomeni sono ancora oggetto si studio, ma di sicuro i fattori presenti laddove si ha la fioritura sono lo scarso ricambio delle acque e le temperature superiori a 22 gradi. E dato che il problema per la salute è dato dall’aeresol che contiene la biotossina o comunque la parte tossica, un dato da tenere sotto sorveglianza è anche il fatto che ci sia un vento da mare che porta verso terra. E che quindi può portare l’aerosol verso chi sta sul bagnasciuga».

Dato che nonostante le rassicurazioni che sono venute anche da questo seminario, la presenza dell’alga può comportare problemi per la salute del bagnante, è previsto nella nuova direttiva europea sulle acque di balneazione il monitoraggio specifico?
«Nella nuova direttiva si parla di rischi da cianobatteri e fitoplancton tossici, e si indica che laddove ci sono situazioni critiche deve essere attivato un monitoraggio e attivata la situazione di tutela. Non è previsto un monitoraggio specifico, ma si prevede di avere pronti protocolli operativi da mettere in atto qualora servisse».

Ma quando diverrà operativa in Italia?
«La nuova direttiva dovrà essere recepita entro il marzo 2008. Nel nostro paese quindi non è ancora recepita e nemmeno mi risulta che si stia lavorando al suo recepimento».

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