[13/06/2007] Comunicati

Del Lungo sul bilancio ambientale di Firenze: «Soddisfatti, anche se le risorse sono poche»

FIRENZE. Il comune di Firenze ha presentato il bilancio ambientale 2005 che mette a confronto il bilancio “tradizionale” dell’ente locale con ambiente, salute, inquinamento ed equità sociale. Ne parliamo con l’assessore all’ambiente Claudio Del Lungo che questo nuovo strumento lo ha fortemente voluto.

Assessore, che metodologia avete usato per fare questo bilancio ambientale?
«Di fatto la metodologia “Clear” già utilizzata a Ferrara e Reggio Emilia. Questo è un primo bilancio che definiamo sperimentale, tenga conto che si tratta di circa un quinto dell’intero bilancio comunale. Abbiamo già praticamente pronto gran parte del bilancio 2006. Il bilancio è diviso in 10 settori che rispecchiano i dieci principi della Carta di Aalborg sulle città sostenibili: verde urbano e biodiversità; mobilità sostenibile; sviluppo urbano sostenibile; risorse idriche (escluse le risorse di Publiacqua); Rifiuti (escluso Quadrifoglio); risorse energetiche; informazione, partecipazione e innovazione; salute pubblica; economia sostenibile; equità sociale».

Una gran mole di dati da mettere insieme…
«Si, che formano due documenti: l’analisi degli indicatori fisici, una novantina di pagine di dati già confrontati per il periodo 2002 – 2004 – 2005 e che quindi ci consentono già un’analisi pluriennale consolidata, e poi il vero e proprio bilancio, un voluminoso librone con capitoli aggregati e cifre».

Perché avete sentito la necessità del bilancio ambientale?
«La sua utilità deriva dal fatto di essere uno degli strumenti, insieme al rapporto sullo stato dell’ambiente, ad Agenda 21 ed al Pasl, che ci permettono di lavorare su dati ambientali certi».

Questo bilancio avrà un seguito ogni anno?
«Certo, il bilancio ambientale di Firenze sarà annuale. Siamo partiti nel 2004 ed abbiamo costruito tutti questi strumenti, si tratta di una cosa complicata, visto che stiamo parlando del comune di Firenze, che è anche la più grande azienda della Toscana, con circa 5 mila addetti. Credo che nel bilancio ci sia ancora qualche piccola mancanza per quanto riguarda l’equità sociale».

Quali sono le maggiori criticità che vengono fuori?
«Quelle tradizionali di una grande città e di un’area metropolitana, ma soprattutto viene fuori la carenza di risorse. Non certo per una minore attenzione all’ambiente, ma per una carenza generale, ad iniziare dai trasferimenti dello Stato, in tutti i settori, con una diminuzione dei soldi per l’adeguamento strutturale. Solo per le alberature della città, a Firenze abbiamo 80 mila alberi pubblici, abbiamo mantenuto i nostri investimenti iniziali, mentre per l’acustica, per i rumori, abbiamo investito poco, anche se stiamo installando barriere antirumore vicino alle scuole e lungo la ferrovia a Rifredi, un buon risultato lo ha dato anche l’asfalto fonoassorbente. Quindi i problemi principali sono il rumore, l’inquinamento atmosferico e i rifiuti per i quali siamo fermi ad una raccolta differenziata al 31/32%».

Sotto quanto previsto dal decreto Ronchi.
«Si ma quest’anno la situazione della differenziata si sblocca con l’entrata in funzione del secondo e terzo lotto del compostaggio. Riempiremo la città con 8 mila cassonetti per l’organico ed il verde, potature, sfalci, ecc. Questo dovrebbe portare al 36/37% la raccolta differenziata in due anni e poi oltre il 40%».

Secondo lei il bilancio ambientale è uno strumento valido che può essere adottato anche negli altri comuni toscani?
«E’ uno strumento che comporta un grosso impegno che difficilmente i piccoli comuni ce la farebbero a sostenere. Noi lo abbiamo pensato e impostato per gli otto comuni dell’area fiorentina più Fiesole, tutti comuni di medie dimensioni e sopra i 20 mila abitanti. Certo è uno strumento che sarebbe necessario per tutte le città, anche perché dopo lo sforzo iniziale, una volta impostato, poi va in automatico».

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