[14/06/2007] Rifiuti

L´Arpat e i controlli su chi tratta i rifiuti e chi li produce

FIRENZE. Più volte è stata evidenziata la necessità di monitorare l’intero ciclo dei rifiuti a partire dalla produzione, anche di quelli speciali e pericolosi. Nel passato risorse finanziarie ed energie umane sono state impegnate per controllare gli impianti di selezione e trattamento o smaltimento, da parte di un po’ tutti i soggetti preposti. Tra questi c’è anche l’Arpat, e al direttore Sonia Cantoni(nella foto) chiediamo se i controlli vengono effettuati anche alla fonte.

«Parlare di controllo dei rifiuti significa affrontare un tema assai complesso - spiega Cantoni - Significa infatti affrontare il problema della pressione ambientale dell’impianto di produzione o gestione rifiuti sul sito ove è ubicato, di valutare l’idoneità dei siti di destinazione (spesso fuori regione) e verificare il rispetto dei numerosi adempimenti amministrativi previsti dalla normativa per garantirne la tracciabilità.
Prescindendo dalle risorse umane (quantità e formazione) necessarie (aspetto assolutamente non secondario vista la quantità totale di rifiuti in gioco, la numerosità delle tipologie degli stessi, la numerosità dei produttori e poi dei gestori) la valutazione della corretta gestione dei rifiuti si complica assai in presenza di trasporti fuori regione, di atti autorizzativi spesso assolutamente non idonei per verificare se effettivamente la gestione fuori sito di produzione risulti corretta o meno.
Se presso il produttore è possibile verificare le tipologie di rifiuti prodotte, come le stesse sono classificate, conservate e stoccate e come è garantita la tracciabilità attraverso l’analisi documentale, la loro effettiva gestione presso il destinatario è possibile valutarla a distanza solo attraverso chiare ed esplicite autorizzazioni e solo attraverso controlli presso i gestori.
E’ praticamente impossibile accertare il ciclo del rifiuto partendo dal produttore, poiché nel 90% dei casi dei rifiuti speciali la destinazione è un impianto di stoccaggio conto terzi autorizzato anche a operazioni di trattamento (spesso indicate in modo generico). Tali informazioni non consentono assolutamente di garantire un controllo efficace del ciclo soprattutto per le tipologie più particolari».

Quindi i controlli ai produttori non servono?
«Arpat non controlla solo i gestori (che peraltro, ad eccezione dei gestori di discarica, sono anche produttori) ma anche i produttori. Persegue un approccio integrato; l’ingresso in azienda per altre tipologie di controllo (ed in particolare scarichi idrici) comporta, ad esempio, anche una verifica dei rifiuti prodotti e della loro gestione in azienda ed una verifica documentale (almeno delle tipologie più a rischio o prevalenti). Il programma 2006 prevedeva in maniera più esplicita il controllo dei produttori di rifiuti da bonifica dei siti contaminati, stante le criticità che si rilevano in questi interventi di bonifica. Anche in questo caso – tuttavia - per i rifiuti prodotti da interventi di rimozione di rifiuti e di suolo o sono proposti impianti di trattamento inerti o è prevista una destinazione (nella maggioranza dei casi) ad impianti di stoccaggio conto terzi, con difficoltà a seguirne le destinazioni, ma soprattutto a comprendere se il trattamento cui saranno sottoposti sarà adeguato o meno.
Rilevante è tutta la problematica delle rocce e terre di scavo che impegna Arpat fin dalla produzione del materiale/rifiuto».

Qual è stata l’attività di Arpat nel 2006?
«Nel 2006 ARPAT ha elaborato pareri e proposte di provvedimenti all’autorità amministrativa, in particolare 764 per i rifiuti e 811 per le bonifiche. Abbiamo effettuato 882 ispezioni per i rifiuti e 1078 per le bonifiche. Nel corso del 2005 gli impianti totali controllati sono stati 291 di cui 190 (65.29%) ai produttori. Le ispezioni - sempre nel 2005 – sono state 1386 di cui 710 (51.23%) per i produttori.
L’Arpat ha poi redatto 123 notizie di reato per rifiuti (pari al 48% delle complessive 294)e 14 per bonifiche. Le sanzioni amministrative per i rifiuti sono state 65 (pari al 22% delle complessive 287 sanzioni amministrative).
I dati mettono in luce come il settore dei rifiuti continui ad essere interessato da un elevato numero di infrazioni
Come già emerso da valutazioni dell’esito di progetti regionali finanziati (scheda progetto 14 DCRT 24/04) l’efficacia di progetti di controllo dei rifiuti passa anche attraverso una accurata programmazione definita sulla base delle tipologie di rifiuti più a rischio, che trasversalmente interessa produttori e gestori e che si basa sulla costruzione ed organizzazione delle conoscenze acquisite nel tempo: tali progetti, da coordinarsi con le autorità amministrative, devono comunque convivere con la necessità di assicurare quei controlli che la normativa con periodicità prevede per alcuni gestori, con la necessità di avere il quadro sui rifiuti urbani etc...».

Recentemente alla Lucchini di Piombino la Guardia di Finanza ha sequestrato 35 ettari di discarica abusiva. Forse in questo caso i controlli alla fonte sarebbero serviti.
«La problematica Lucchini è particolare. Intanto Arpat (ed altre forze di Polizia) è intervenuta più volte e più volte ha inoltrato rapporto all’autorità giudiziaria. Poi la complessità (anche in termini quantitativi) dello stabilimento – nota a tutte le amministrazioni e documentata – ha attivato protocolli di intesa di livello nazionale i cui esiti devono ancor oggi trovare forme di gestione adeguata».

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