[14/06/2007] Aria

Nel 2005 l’Ue diminuisce i gas serra dello 0,7%, l’Italia no

BRUXELLES. Le emissioni di gas serra nell’Unione Europea sono diminuite dello 0,7%, ma anche così nell’Ue a 27 il risultato è inferiore dell’11% previsto dal Protocollo di Kyoto rispetto al dato del 1990, mentre quello dell’Ue a 15 è inferiore del 2%.

Per il commissario Ue all’ambiente Stravros Dimas (Nella foto) «è molto incoraggiante constatare che l´Unione europea riduce le sue emissioni registrando una netta crescita economica, ma è chiaro che numerosi Stati membri devono raddoppiare gli sforzi per ridurre ancora di più le loro emissioni se l´Ue vuole rispettare l´obiettivo che si è data a Kyoto. A marzo, i dirigenti europei hanno adottato degli obiettivi a lungo termine di riduzione delle emissioni, non c’è dunque alcuna ragione d´attendere ancora per lungo tempo per prendere delle misure ambiziose per ottenere i cambiamenti strutturali che si impongono per i nostri modi di produzione e di consumo di energia. Questo permetterà di assicurare che la riduzione delle emissioni diventerà progressivamente più importante e permanente».

L´inventario europeo dei gas serra 2005, pubblicato dall´Agenzia europea per l’ambiente, mostra una riduzione dello 0,8 % del livello di emissioni nell’Ue-15 rispetto al 2004 e una riduzione dello 0,7% pour l´Ue-27, mentre la produzione interna lorda è aumentata dell’1,8% nell’Ue-27.

I paesi che hanno contribuito di più a questa riduzione sono: Finlandia (14,9%), Romania(4%), Olanda (2,9%) Germania (-2,3%), e in termini assoluti è prima la Germania con meno 23,5 milioni di tonnellate equivalenti di CO2 emesse. Hanno diminuito le loro emissioni anche Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Francia, Lussemburgo, Slovacchia, Svezia e Gran Bretagna. L’Italia non fa parte del gruppo dei virtuosi.

La diminuzione delle emissioni nell’Ue-15 deriva principalmente dal settore della produzione elettrica e di calore (-0,9%), delle case dei servizi (-1,7 %) soprattutto in Germania, Gran Bretagna e Olanda, e del trasporto su gomma (- 0,8 %) soprattutto grazie al dato tedesco.

Nonostante gli investimenti su eolico e solare, nel 2005 è stata la Spagna a registrare, tra i Paesi dell’Ue-15, l’aumento di emissioni di CO2 più elevato: + 3,6 %, 15,4 milioni di tonnellate di CO” equivalenti, con un aumento di produzione elettrica da fonti fossili del 17 % e una caduta del 33% della produzione idroelettrica a causa della siccità. Tra i nuovi arrivati nell’Ue, a registrare il tasso di crescita di emissioni più alto in assoluto è la Polonia con un + 0,6 %, 2,3 milioni di tonnellate equivalenti di CO2, dovute soprattutto alle emissioni di metano in agricoltura e per la produzione di energia. Ma le emissioni nel 2005 aumentano anche in Italia, Austria, Bulgaria, Grecia Ungheria, Irlanda, Lettonia, Lituania, Malta, Portogallo e Slovenia.

Il 2005 è il primo anno per il quale ci sono a disposizione dati verificati sulle emissioni di CO2 provenienti da installazioni partecipanti al sistema comunitario di scambio di diritti di emissione, che ha preso il via proprio in quell’anno. Nel 2005, questo sistema copriva all’incirca il 50 % delle emissioni di CO2 dell´Ue-25 e intorno al 40 % dell´insieme dei gas serra, circa 2 miliardi di tonnellate equivalenti.

«Per il periodo di scambio 2008-2012 – ha detto il commissario Dimas - la Commissione europea ha preso delle misure perché i settori coperti dal sistema europeo di scambio di diritti di emissione continuino a ridurre considerevolmente le loro emissioni. Occorre ugualmente che la altre politiche e misure concordate nel quadro del Programma europeo sul cambiamento climatico e nei Piani di azione degli Stati membri in favore del clima siano integralmente messi in opera a scala nazionale».

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