[01/03/2006] Acqua

Acqua in bottiglia, un affare non sostenibile

ROMA. Uno studio presentato dall’Earth Policy Institute, organizzazione no profit statunitense presieduta da Lester Brown, mette in evidenza che nel mondo nel 2004 sono stati consumati 154 miliardi di litri d’acqua in bottiglia, il 57% in più rispetto ai 98 miliardi di litri del 1999. Una domanda che cresce anche dove l’acqua di rubinetto è sicura. Insieme, salgono rifiuti e consumi energetici. Primi nella classifica dei consumatori gli Usa, con 26 miliardi di litri, seguono il Messico con 18 miliardi di litri, Cina e Brasile, con 12 miliardi di litri ciascuno. L’Italia è quinta con più di 10 miliardi di litri, ma prima al mondo per consumo pro-capite: ogni italiano beve quasi 184 litri all’anno di acqua imbottigliata (nella foto la tabella che mostra questa graduatoria).
Anche gli altri paesi fanno registrare ritmi di aumento preoccupanti: fra il 1999 e il 2004, il consumo pro-capite in Libano, Emirati Arabi e Messico è cresciuto tra il 44 e il 50%. Cina e India crescono meno ma, data la popolazione, il consumo è triplicato in India e più che raddoppiato in Cina. Il trasporto dell’acqua in bottiglia comporta forti consumi di combustibili fossili. Lo studio mette in evidenza cose clamorose: la Nord Water ha imbottigliato e trasportato 1,4 milioni di bottiglie di acqua finlandese per 4.300 chilometri, dal suo impianto di imbottigliamento di Helsinki
all’Arabia Saudita.
Ai consumi energetici per il trasporto si aggiungono quelli per la produzione delle bottiglie di plastica, che poi diventano rifiuti che producono altri costi di smaltimento. Nel mondo si producono ogni anno 2,7 milioni di tonnellate bottiglie di plastica. La rapida crescita di questo settore ha un forte impatto sull’ambiente, soprattutto sugli ecosistemi dove sorgono gli impianti di imbottigliamento: In India la Coca-Cola, per produrre l’acqua Dasani e altre bevande, ha provocato penuria d’acqua in una cinquantina di villaggi.
Eppure i consumatori associano il consumo di acqua imbottigliata ad uno stile di vita salutare. Tuttavia, il 40% dell’acqua in bottiglia proviene dal rubinetto e spesso la sola differenza è costituita dall´aggiunta di sostanze minerali, che non hanno proprietà curative. L’Earth Policy Institute sottolinea che «non è in discussione l´importanza, per la salute a livello globale, della disponibilità d’acqua potabile pulita. Ma l´acqua in bottiglia non è la risposta nel mondo sviluppato e non risolve il problema di oltre un miliardo di persone mancanti un rifornimento idrico sicuro e di acqua potabile. Migliorare ed estendere i sistemi esistenti di trattamento e sanificazione dell’acqua è il modo più opportuno per fornire fonti idriche sicure e sostenibili nel lungo termine».
Per l’Onu sarebbe necessario dimezzare entro il 2015 la percentuale di persone cui non è assicurato un accesso sostenibile all´acqua potabile, per far questo occorrono investimenti per 150 miliardi di dollari annui, dieci volte quel che viene oggi speso nel mondo per fornire acqua e risanare le fonti. Una cifra apparentemente ingente ma che non lo è se la si confronta con i 100 miliardi di dollari che vengono spesi ogni anno per l’acqua in bottiglia.

Lo studio è consultabile al seguente indirizzo: http://www.earth-policy.org/Updates/2006/Update51_data.htm

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