[15/06/2007] Comunicati

La Toscana del mare, 288 milioni di risorse

LIVORNO. L’assessore regionale della Toscana alle politiche del mare Giuseppe Bertolucci (Nella foto), ha aperto oggi a Livorno la seconda conferenza regionale del mare che conclude una serie di convegni tematici svoltisi nelle varie aree delle coste sole toscane.
Per Bertolucci «Dinamismo economico e rispetto dell’ambiente sono i due temi sui quali la Toscana sta costruendo la futura politica marittima. Il nostro impegno economico e politico è segnato da interventi all’insegna dello sviluppo sostenibile superando quella visione che tiene separate le varie politiche settoriali.

In risposta anche al Libro Verde “Verso la futura politica marittima dell’Unione”, vogliamo produrre valore impiegando in maniera più efficiente minori risorse materiali lungo la frontiera della qualità, aumentando i collegamenti, stimolando l’innovazione e la diffusione della conoscenza, come fattori di competitività, sviluppo e benessere».

Progetti e soldi non sembrano mancare: 288 milioni di euro sono destinati a costa continentale ed isole. Per Bertolucci l’infrastruttura più importante da realizzare è la piattaforma logistica costiera, con il «potenziamento della direttrice tirrenica, dei corridoi nazionali trasversali, e del sistema complessivo della piattaforma nelle varie modalità di trasporto, strade, ferrovie, porti, aeroporti e vie navigabili». Per il 2007 la regione ha stanziato più di 2 milioni di euro, la prima trance di uno stanziamento totale di 527 milioni di euro da qui al 2013 tra fondi Fesr (50 milioni), risorse statali (76 milioni) e altre risorse per 400 milioni di euro.

Per i porti, nel periodo 2000-2006 la regione ha stanziato un contributo del 50% (6 milioni e 700mila euro) entro il 2008 al porto di Piombino andranno 7 milioni e 800mila euro; a quello di Livorno 17 milioni e 600mila euro, mentre Viareggio, Porto Santo Stefano e Marina di Campo si divideranno 6 milioni e 400 mila euro. Alla nautica da diporto vengono destinati 6 milioni per un progetto integrato di rete di servizi «per la realizzazione di due bandi che riguardano la filiera nautica da diporto e per il programma regionale di azioni innovative e progetti nel settore della nautica».

Ma mentre finanzia i porti, la regione pensa anche all’erosione costiera che spesso quelle strutture si portano dietro. Nel 2006 esistevano già 33 i progetti finanziati con 107,6 milioni di euro: 10 per ricerche e monitoraggi (9,6 milioni di euro); 23 per interventi sulla costa 8 in provincia di Livorno, 8 a Grosseto, 4 a Pisa, 2 a Massa e 1 a Lucca, due dei quali in fase di realizzazione, gli altri ancora in progetto. Il Piano regionale di azione ambientale contro l’erosione della costa prevede di spendere altri 84,5 milioni di euro entro il 2010.

Alla pesca e all’acquacoltura la regione ha destinato più di 2 milioni di euro, molto meno dei 30 milioni di contributi dati alle imprese turistiche e dei 17 milioni a 850 andate alle attività commerciali della costa.

Secondo l’Istituto regionale di programmazione economica della Toscana (Irpet) «l´economia della costa dovrebbe occupare oltre 70 mila lavoratori in più. Se alla costa applicassimo infatti il tasso di occupazione medio del resto della Toscana, il numero degli occupati dovrebbe essere del 16% più alto».

Per l’Irpet la costa è ancora un’area economicamente debole, con un valore aggiunto procapite dell’83% rispetto alla Toscana interna ed un tasso di occupazione più basso, rientra nella media toscana solo Piombino e la supera l’Elba. Secondo l’Irpet questo dipende dal fatto che lungo la costa c’è un numero minore di attività produttive, spesso si tratta di imprese di grandi dimensioni, a partecipazione statale, con alta densità di capitale e ad elevato uso di territorio. «Ed il fatto di fornire occasioni di lavoro sicure – sottolinea l’Irpet - avrebbe depresso quello spirito imprenditoriale che altrove, anche in Toscana, ha creato invece sistemi produttivi ad elevato uso di lavoro. Negli anni Cinquanta il tasso di occupazione della Toscana del mare era superiore a quello regionale. Oggi è di circa il 20% più basso».

Da queste cifre, di sviluppo sostenibile e rispetto dell’ambiente si vedo poco, almeno se non si pensa che sia parte della sostenibilità la rincorsa a riparare i danni prodotti da infrastrutture e attività che sono state e continuano ad essere finanziate. Sembrerebbe prevalere, anche nei dati dell’Irpet, una visione puramente economica della costa, nella quale l’ambiente è prima di tutto occasione di crescita di attività che già si affollano in una stretta linea di territorio e dopo, forse, risorsa da mantenere. E forse, dopo gli anni ’50, le attività produttive e lo spirito di impresa potrebbero anche essere state sacrificate sull’altare di un’altra “crescita” che ha segnato davvero la costa toscana e che sfugge spesso ad indicatori economici tradizionali, quella della rendita, delle case per vacanza, dell’occupazione e cementificazione del territorio.

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