[18/06/2007] Energia

I no coke proseguono la loro marcia contro la centrale a carbone

LIVORNO. Si concluderà domani al ministero delle attività produttive la lunga marcia dei “marciatori” no coke. Terminata la terza parte, che prevedeva il trasferimento dall’oasi di Macchiatonda al bosco di Palo Laziale. All’arrivo gli esponenti dei comitati che si oppongono alla costruzione della centrale a carbone di Civitavecchia di Tor Valdaliga Nord sono stati ricevuti dai comitati di Cerveteri e di Ladispoli dove hanno ritrovato uno dei principali esponenti di questa lotta, l’ormai ex sindaco di Ladispoli e consigliere della Provincia di Roma Gino Ciogli.

Oggi si svolgerà la quarta tappa con partenza da Ladispoli ed arrivo a Roma Massimina, nei pressi del raccordo anulare. Domani, 5° tappa, vedrà i no coke entrare a Roma dalla via Aurelia e dopo aver percorso alcune delle piazze più significative della capitale arrivare in Via Veneto presso il Ministero dello Sviluppo Economico alle 12:30.

Dopo lo sciopero della fame dell’aprile e maggio scorsi, la marcia dei no coke rappresenta una nuova iniziativa pacifica per sostenere la causa del no al carbone, in gran parte costituita da motivazioni sanitarie. I dati dei comitati no coke furono portati all’attenzione del ministro della salute il mese scorso; la Turco istituì un tavolo tecnico con il compito di analizzare e vagliare attentamente il materiale fornito dal Movimento.

Ora i no coke si aspettano un veloce pronunciamento da parte del ministro, visto che i lavori del tavolo scientifico si sono conclusi nei giorni scorsi. Le lacune presenti negli atti che hanno autorizzato la costruzione della centrale a carbone sono le principali motivazioni che hanno spinto i “marciatori” a partire a piedi per arrivare fino a Roma, con l’intento di dare visibilità al problema coinvolgendo tutto il litorale a Nord della capitale, che sarà il principale oggetto delle future emissioni inquinati dell’impianto di Torre Valdaliga Nord.

Anche le associazioni ambientaliste si sono sempre schierate contro il progetto. Il carbone pulito, infatti, non esiste e se si parla di riconversione di una centrale bisognerebbe farlo a gas. Meglio ancora cominciare a intervenire in modo importante sul risparmio energetico e poi accelerare anche sulle energie da fonti rinnovabili. Solo con il sole e il vento – e il metano almeno in una fase transitoria – si può davvero pensare di abbandonare il petrolio e il carbone.

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