[20/06/2007] Rifiuti

Normative ambientali. Tanti i controllori, poco coordinamento

LIVORNO. Oltre all’Arpat, i soggetti diversamente deputati al controllo sulle attività ambientali sono una vera pletora: guardia di finanza, carabinieri, corpo forestale, guardie ambientali, polizia provinciale, polizia municipale, ecc. Vista la vastità e la contraddittorietà delle norme in vigore, sarebbe auspicabile una forma di coordinamento fra questi soggetti, almeno al livello delle interpretazioni delle leggi. In realtà non sembrano esserci all’orizzonte novità significative in questo senso.

«In effetti nessuna forma di coordinamento, organizzata e sistematica, è prevista tra tutti i soggetti impegnati nei controlli dei rifiuti – spiega Sonia Cantoni, direttore dell’Arpat - Tale funzione peraltro, non potrebbe essere che del ministero Ambiente o da questo esplicitamente delegata ad Apat (l’Agenzia nazionale per la protezione ambientale), che fino ad oggi non è stata svolta, almeno in modo sistematico, coerente e continuativo».

Arpat ha siglato un accordo di programma con il comando carabinieri tutela ambiente, ma stenta a procedere ed ha lavorato per un accordo di programma regionale con il corpo forestale dello Stato che ancora non ha trovato riscontro.

«A livello locale – aggiunge il direttore di Arpat - si registrano forme di collaborazione interessanti, ma occasionali, che tuttavia dovrebbero trovare momenti più alti di interazione: se si escludono le indagini della magistratura infatti, le attività di iniziativa dei vari corpi e di Arpat dovrebbero essere ospitate in un unico programma di controllo provinciale e regionale. Ma è molto difficile da perseguire ed è per questo che è necessario pensare a una modifica del codice penale in rapporto con la normativa ambientale e alal revisione del testo unico: soprattutto per i rifiuti tali proposte assumono particolare rilevanza».

Insieme alla vastità e contraddittorietà delle norme, si associano quindi anche problemi tecnici. «La messa a disposizione di tutti di pareri e interpretazioni facilita l’attività di tutti – conclude Sonia Cantoni - Oggi fermo restando la difficoltà ad ottenere pareri dal ministero dell’Ambiente quando li poniamo noi, è assolutamente difficile conoscere anche risposte a quesiti fatti da altri (anche associazioni di categoria), che al contrario dovrebbero trovare la massima diffusione».

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