[20/06/2007] Comunicati

Maracchi: «Come adattarsi ai cambiamenti climatici? No condizionatori, sì ventilatori»

FIRENZE. «I condizionatori d’aria sono pericolosi, perché il corpo umano ha difficoltà a sopportare sbalzi di temperatura superiori ai 5 gradi, tende ad ammalarsi. Meglio il ventilatore, che non inibisce la sudorazione e aiuta ad abbassare la temperatura corporea». Lo ha detto il climatologo Giampiero Maracchi (Nella foto) durante il convegno organizzato in consiglio regionale toscano “Verso la Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici: il contributo della Toscana sulle relazioni tra clima e salute umana”.

Il tema, che greenreport affronta anche in un altro articolo del giornale odierno, è quello della necessità di adattarsi ai cambiamenti climatici. Che è la strada parallela a quella di combatterli. Se ne è parlato, come detto, durante il convegno organizzato dalla commissione consiliare Sanità, dall’Arpat e dall’Ibimet.

Come ha spiegato il presidente della commissione Sanità Fabio Roggiolani, in Toscana, dopo il grande caldo del 2003, è stata approvata in Consiglio regionale su iniziativa dei Verdi una mozione che ha fatto nascere “Meteosalute”, un servizio di informazione meteorologica rivolta alle professioni sanitarie e alle popolazioni. Dagli studi avviati sul territorio sono già emersi risultati chiari. Li hanno illustrati Giampiero Maracchi, direttore dell’Istituto di biometeorologia del Cnr e Marco Morabito, del Centro interdipartimentale di bioclimatologia dell’Università di Firenze.

Chi ha allergie – è stato detto - , stia attento: con l’aumentare del caldo, ci sarà un’anticipazione della stagione dei pollini di cipresso di circa due mesi in 100 anni. Sono stati inoltre riscontrati aumenti significativi di infarto del miocardio all’aumentare del numero di ore giornaliere con disagio da freddo e da caldo, con un effetto significativo anche alcuni giorni dopo l’evento critico meteorologico. E anche i bruschi cambiamenti atmosferici peggiorano la situazione. Non è poi vero che con il caldo la pressione scende: lo studio ha dimostrato per la prima volta che la pressione arteriosa sistolica negli anziani in trattamento ipertensivo, durante le notti più calde dell’anno, aumenta paradossalmente oltre quella registrata nelle nottate più fredde. Infine, durante le giornate calde, le chiamate al 118 per problemi cardiovascolari e respiratori si intensificano soprattutto al mattino.

Tanja Wolf, dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha poi delineato un panorama futuro in cui non solo aumenteranno nel mondo i casi di malaria e di diarrea, ma anche in regioni attualmente immuni si diffonderanno malattie come quelle trasmesse dagli insetti (malaria, plasmodio, leishmania viscerale) e cresceranno i casi di inquinamento di acqua e di cibo per proliferazione batterica, nonché la loro scarsità. Come difendersi, allora, nell’immediato? Abolendo i condizionatori d’aria, replica prontamente il professor Maracchi.

«Sono pericolosi, perché il corpo umano ha difficoltà a sopportare sbalzi di temperatura superiori ai 5 gradi, tende ad ammalarsi. Meglio il ventilatore, che non inibisce la sudorazione e aiuta ad abbassare la temperatura corporea». Chi non riesce a fare a meno del condizionatore, non dovrebbe comunque settarlo a una temperatura inferiore ai 27-28 gradi. Ancora, insiste Maracchi, è bene ricominciare a portare il cappello per difendersi dal sole. Soprattutto quello di paglia che fa passare l’aria, mentre quelli di tessuto bloccano la traspirazione. Occorre grande attenzione anche alla scelta dell’abbigliamento, che deve ricominciare a privilegiare le fibre naturali e in particolare quelle cadute in disuso. “Il cotone – spiega Fabio Roggiolani – tiene il 50 per cento del sudore rispetto alla canapa” ed è allo studio l’utilizzo di tessuti di ginestra e ortica, utilizzati un tempo proprio contro il caldo. Assolutamente proibite le scarpe da ginnastica, usare solo calzature di cuoio e tessuto che “respirano”. Al bando anche le bibite gassate, che provocano picchi e pericolosi cali di insulina, e l’alcol che fa salire la temperatura corporea. Di acqua, invece, ne occorrerebbe in abbondanza.

«Da anni sto conducendo la battaglia – spiega ancora Roggiolani – per far installare le fontanelle pubbliche, che con gli anni sono drasticamente diminuite. Ne servirebbe una ad ogni angolo: sono insostituibili per rinfrescarsi durante il caldo e rappresentano un grande segno di civiltà». C’è poi la partita del risparmio energetico nell’architettura, settore in cui in Italia siamo in ritardo: tutti gli edifici costruiti dal 1995 al 2005 rientrano nella peggiore classe di dispersione, mentre è dimostrato che usando alcuni accorgimenti è possibile costruire case che risolverebbero all’80 per cento le questioni energetiche. «Con l’assessore Rossi – conclude Roggiolani – abbiamo fatto passare il concetto che tutti gli edifici sanitari in Toscana dovranno essere a energia rinnovabile». A questo scopo sono preziose le Esco, le “energy saving companies” che hanno l’obiettivo di realizzare tutti gli accorgimenti possibili per risparmiare acqua ed energia.

Non resta che aspettare e vedere se dopo gli annunci si comincerà davvero a mettere mano almeno sul risparmio energetico.

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