[21/06/2007] Energia

La regione stoppa il carbone nella centrale di Vado Ligure

GENOVA. La giunta regionale della Liguria ha espresso parere negativo per la realizzazione di un nuovo gruppo elettrogeno a carbone nella centrale Tirreno Power di Vado Ligure.
A Vado Ligure sono in servizio due unità a carbone per 660 MW complessivi, già oggetto di adeguamento ambientale a fine anni Novanta, ed è in corso di avviamento la nuova unità da 760 MW a ciclo combinato, alimentata a gas naturale.

Eppure la linea della Tirreno Power è disarmante, e spiega la proposta di potenziare l´uso del carbone come una scelta ecologica: «incrementare la propria capacità produttiva sul sito di Vado Ligure e in tutta la regione Liguria, per una potenza complessiva di 640 MW, di cui 460 MW provenienti da un nuovo gruppo a carbone e 180 MW da fonti rinnovabili».

E ancora: «La politica aziendale di Tirreno Power da sempre vede l’ambiente come un asset fondamentale per il proprio sviluppo e non come un onere cui dover far fronte - si legge nell´incredibile spiegazione che dà la società - Si tratta di un “approccio innovativo” per il settore e anche il previsto potenziamento della centrale di Vado si inserisce in questo contesto. Con l’entrata in esercizio dell’impianto a ciclo combinato, la produzione complessiva di energia di Tirreno Power è attualmente sbilanciata verso il gas metano, con una quota del 76% contro una media nazionale del 53%. L’investimento complessivo previsto da Tirreno Power, azienda certificata ISO 14001 e EMAS, è di 625 milioni di euro».

Ma il progetto non ha convinto la giunta ligure e Legambiente apprezza: «decisione sensata, aumentare la quota di carbone per la produzione di energia elettrica in Italia significa allargare la già drammatica distanza che ci separa dal raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica previste dal Protocollo di Kyoto. Pur riconoscendo all’azienda il merito di aver previsto tecnologie all’avanguardia per l’abbattimento delle emissioni locali e di aver assunto l’impegno di compensare con fonti rinnovabili le maggiori emissioni prodotte – dice il presidente di Legambiente Roberto Della Seta - ribadiamo la nostra assoluta contrarietà all’aumento dell’uso del carbone che significa nei fatti immettere in atmosfera milioni di tonnellate di anidride carbonica».

Secondo gli ambientalisti le emissioni di CO2 dalle tre centrali termoelettriche esistenti in Liguria (La Spezia, Genova e Vado Ligure) sono di circa 10 milioni di tonnellate all’anno, sul totale nazionale di 44,5 milioni di tonnellate all’anno prodotte dalle centrali a carbone.

Per Stefano Sarti, presidente di Legambiente Liguria «i produttori di energia elettrica devono diventare protagonisti sul mercato investendo su tecnologie ormai mature e competitive come e eolico e solare, ma anche nell’ efficienza energetica degli impianti e degli edifici. E’ necessario puntare poi a una gestione del patrimonio boschivo ligure favorendo la filiera del legno con impianti a biomassa di piccola taglia distribuiti sul territorio».

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