[21/06/2007] Comunicati

Parte da Alghero la Conferenza nazionale sul Clima

LIVORNO. E’ iniziato oggi con un workshop ad Alghero su “valutazione dell’impatto dei processi di desertificazione e degrado del territorio su risorse naturali, attività economiche e salute” il cammino verso la Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici.

Ad introdurre la discussione il sottosegretario all’Ambiente, Bruno Dettori, che ha posto all’attenzione di tutti la serietà dei rischi derivanti dai fenomeni di cambiamento climatico estesi in tutto il pianeta, con il rischio di pregiudicare il futuro dell’ambiente, occorre un percorso comune, isto che per Dettori il cambiamento del clima è «la sfida del 21esimo secolo e la desertificazione una delle conseguenze più inquietanti del surriscaldamento del pianeta». Per il sottosegretario questi problemi si affrontano con «misure strategiche» adottate da tutti gli Stati

Per il Commissario dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente e i servizi tecnici (Apat), Giancarlo Viglione, la Conferenza nazionale è voluta fortemente dal ministro Pecoraro Scanio che considera il clima una priorità, «per cui nel settembre 2006 si è deciso di creare quest’evento. Un appuntamento che arriva a 14 anni di distanza dalla precedente conferenza sul clima, con un approccio molto diverso da quello del ’93, visto che allora la

comunità scientifica si interrogava sull’effettiva esistenza dei cambiamenti climatici, mentre oggi si domanda quali ne saranno “gli effetti”. Per questo, si è deciso di non chiamare quella del 2007 seconda conferenza sul clima”, ma semplicemente “Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici”, visto che si parte da un dato oggettivo e certo e bisogna trovare soluzioni per adeguarci a una realtà, non più a un’ipotesi. Bisogna pensare - ha ricordato Viglione - a cosa accadrà tra 50 anni, quando il livello del mare cambierà i ghiacciai tenderanno a sciogliersi e la desertificazione sarà un dato di fatto». Per Vigluione si tratta di uno scenario molto vicino, per questo la Conferenza non potrà essere «solo conversazione» ma dovrà porre le basi per «nuove strategie governative».

La scelta di farla a settembre è per permettere di introdurre in Finanziaria «azioni concrete» per i cambiamenti climatici. ,

Secondo il coordinatore della Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici 2007, Vincenzo Ferrara, i 380 miliardi di tonnellate di carbonio emessi nell’atmosfera dal 1750 ad oggi, equivalenti “a 1400 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, derivano quasi totalmente da combustibili fossili che «i erano costituiti nell’arco di 350 milioni di anni; quindi, in circa 200 anni l’uomo ha causato un processo al rovescio, riportando in atmosfera quanto sottratto alla terra. Quest’accumulo - ha aggiunto Ferrara - ha prodotto un surplus nel sistema climatico di 3 watt ametro quadrato, che si somma ai 180 naturali e deriva solo da emissioni di gas serra; per questo,

anche se si eliminassero istantaneamente tutte le emissioni, gli effetti dei cambiamenti climatici andrebbero avanti per almeno 70 anni, finché la terra non trova un equilibrio basato su un nuovo livello energetico». Per Ferrara serve una strategia di adattamento, perché fenomeni come il rischio e idrogeologico l’erosione delle coste «sono sintomi di come la strategia futura dovrà essere in divenire, basata sul tentativo di razionalizzare le risorse naturali».


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