[01/03/2006] Rifiuti

Diciannove arresti per infiltrazioni malavitose nella gestione dei rifiuti

REGGIO CALABRIA. Associazione mafiosa, estorsione, turbata libertà degli incanti, corruzione ed altri reati. Sono le accuse a carico di 19 persone nei confronti delle quali carabinieri e Guardia di Finanza hanno eseguito stamani, in Calabria ed in Campania, ordinanze di custodia cautelare in carcere e numerosi decreti di perquisizione, emessi dalla magistratura reggina. I provvedimenti scaturiscono da un’indagine condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, durata quasi un anno, sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta negli appalti e nei servizi pubblici relativi allo smaltimento di rifiuti ed alla gestione di discariche.
L´operazione, i cui particolari sono stati illustrati dal procuratore reggino Antonino Catanese, è stata denominata «Rifiuti spa». Delle diciannove ordinanze di custodia cautelare emesse dal giudice per le indagini preliminari distrettuale di Reggio Calabria Annamaria Arena, tredici dispongono la detenzione in carcere, le altre ai domiciliari. Undici arresti sono stati eseguiti, mentre due persone si sono rese irreperibili. L’esecuzione di questo blocco di arresti è stato affidato ai Carabinieri, mentre la Guardia di Finanza ha notificato sei esecuzioni di arresti domiciliari. L’operazione ha colpito in particolare le cosche Libri e Inerti. Tra le persone raggiunte dal provvedimento restrittivo anche il boss «Mico» Libri. Altri arresti hanno riguardato i fratelli Matteo e Valentino Alampi, entrambi di Trunca, titolari dell’Edilprimavera, mentre tra le aziende coinvolte risultano la Rossan Sud e l’Airan.
«E’ evidente e non trascurabile l’infiltrazione della criminalità organizzata nella gestione dei rifiuti. Per questo bisogna tenere alta la guardia affinché si dipani la fitta ragnatela che avvolge
ormai tutto il Paese». E’ questo il commento che giunge da Legambiente sull’operazione eseguita stamani. «Manca ancora – aggiunge l’associazione – l’attività di controllo preventivo su tutto il territorio nazionale da parte delle amministrazioni locali, a partire da quello delle Province sulle dichiarazioni di inizio attività relative al recupero dei rifiuti, dietro cui si celano troppo spesso le attività fraudolente dei trafficanti. Quello che lascia purtroppo ancora allibiti e che induce a non abbassare la guardia è che i traffici di milioni di tonnellate di rifiuti speciali, anche pericolosi, continuano senza sosta».

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