[25/06/2007] Rifiuti

Arezzo, ecco i primi dati dei controlli su San Zeno

AREZZO. Dopo l’accordo tra comune e provincia di Arezzo, che hanno predisposto controlli incrociati (con postazioni fisse e mobili) su San Zeno, attivando anche la collaborazione tra Arpat, Aisa e Università di Pisa, ora sono disponibili i primi risultati che convergono su un giudizio sintetico: buoni i dati in quanto a qualità dell’aria e presenza di inquinanti nel terreno, rimane invece irrisolto il problema della risorsa idrica data la presenza accertata, ormai dai primi anni novanta, di composti chimici riconducibili alla trielina.

«I controlli dell’aria, eseguiti anche al camino dell’impianto di termovalorizzazione di San Zeno - ha spiegato l’assessore provinciale all’ambiente, Andrea Cutini (Nella foto) - hanno evidenziato come i microinquinanti organici, le diossine ed i furani siano ben lontani dai limiti di legge: circa un decimo di quanto prevede la normativa. E ben mille volte al di sotto del limite sono gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa). Sono stati analizzati anche i policloro bifenili (Pcb) pur non essendo previsto un limite specifico per gli inceneritori, i valori sono analoghi a quelli degli Ipa».

L’assessore all’ambiente del comune di Arezzo Roberto Banchetti si sofferma invece sull’analisi dei terreni «Interessanti anche i dati sui terreni attorno all’impianto di San Zeno. Cinque anni fa l’Arpat aveva realizzato una serie di campionamenti. Adesso sono stati messi a raffronti quelli di allora con quelli di oggi e non ci sono variazioni significative. In altre parole l’impianto non ha prodotto modificazioni di rilievo nei terreni circostanti. Indicazione confermata anche dai risultati delle indagini dell’autolaboratorio per quanto riguarda la qualità dell’aria: questa è in linea con i dati della stazione fissa in via dell’Acropoli e nettamente migliore rispetto a quelli di via Fiorentina».

Anche se in base a questi parametri di legge, l’area di San Zeno potrebbe essere adibita ad area verde/residenziale, comune e provincia non danno un giudizio positivo visto il permanere di punti critici di odori e stato delle acque. Per quanto riguarda l’immediato futuro l’amministrazione provinciale sta predisponendo gli atti per intervenire sulle fonti dei cattivi odori, mentre il comune avvierà uno studio che verifichi la possibilità di risanamento della falda acquifera.

Ricordiamo che San Zeno rappresenta il maggior polo industriale di Arezzo. Una delle conseguenze di tali attività industriali già avviate nel secolo scorso riguarda la presenza, nella falda acquifera, in varie concentrazioni, di composti come il tricloroetilene, il tetracloroetilene ed il cloruro di vinile anche se la situazione di contaminazione sembra esser comunque limitata alla sola falda superficiale. Per quanto attiene il problema dell’acqua potabile sono invece previsti impegni a breve e medio termine: è previsto entro quest’anno il collegamento all’acquedotto urbano di Arezzo di alcune località dell’area, mentre nel prossimo piano triennale degli investimenti di Nuove Acque, è prevista la realizzazione di un nuovo serbatoio di compenso a Vignale che permetterà, successivamente il collegamento della zona industriale.

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