[27/06/2007] Rifiuti

I misteri della spiaggia della Feniglia, da Caravaggio ai rifiuti

ORBETELLO (Grosseto). Se la situazione sulla spiaggia della Feniglia sembra essere rientrata per l’eccezionale lavoro svolto in questi giorni dagli operatori della Ser.tur, l’azienda che ha in gestione la pulizia dei litorali della costa d’argento, non altrettanto sembrerebbe sui fondali e al largo. La marea di rifiuti che ha mandato in tilt per giorni un tratto del litorale tra quelli più in voga della Toscana (dove secondo alcune fonti storiche sarebbe stato ritrovato anche il cadavere di Caravaggio), non è infatti scomparsa definitivamente.

Ma sembra presente ancora in maniera consistente sui fondali e al largo. Pronta quindi a rimettersi in circolazione e a depositarsi su altre spiagge a seconda di come tirano i venti preminenti. Lo rivela oggi il titolare di un diving center di porto Ercole che ha partecipato nei giorni scorsi assieme alla Capitaneria di porto e alla Guardia costiera a perlustrazioni lungo tutta l’area.
Ma qual è la situazione e quali sono stati gli eventi all’origine di questa onda anomala di rifiuti? Ne abbiamo parlato con Rolando Di Vincenzo, assessore all’urbanistica e alla protezione civile del Comune di Orbetello, già sindaco del comune, adesso amministrato dall’ex ministro dell’ambiente Altero Matteoli.

Assessore lei ieri ha ridimensionato l’evento che sembrava invece ben più massiccio.
«Sono stati fatti articoli di stampa che non hanno alcuna logica e alcun verso, rispetto a questa vicenda. In cui la fantasia ha avuto molto spazio. Quello che è successo alla Feniglia è senza dubbio un fatto diverso dalle nostre attuali consuetudini. Ma vorrei ricordare ai gestori degli stabilimenti che sono i primi a fare allarmismo che sino a qualche anno fa alla Feniglia si doveva andare con in borsa la bottiglia d’olio per togliersi il catrame che si attaccava come minimo ai piedi».

Sta di fatto che le quantità di materiale raccolto sono state assolutamente eccezionali
«Certo ma si parla intanto di quintali e non di tonnellate e nemmeno di materiali lavorati o semilavorati come è stato scritto. Sulla spiaggia di Feniglia sono arrivati qualche giorno fa materiali di plastica, soprattutto sacchetti e contenitori oltre a sterpaglie. E abbiamo cominciato a raccoglierle ancora prima che iniziassero le segnalazioni alla Capitaneria di porto che, come è scritto nella loro relazione sono iniziate il 23 giugno. Nella stessa relazione si descrivono i materiali che ho detto e il fatto che oltre ai materiali spiaggiati se ne rilevassero anche in mare in una fascia di circa 400 metri dalla battigia. Ma né a nord della Feniglia né a sud sino al Chiarone hanno rilevato la stessa presenza di rifiuti, sia in mare che sulle spiagge».

Può essere stata una nave che ha scaricato al largo?
«Il sindaco ha fatto una richiesta di intervento ai Noe per indagare sulle cause di questo evento, che ripeto è stato eccezionale per le nostre spiagge. Ma intanto la Capitaneria di porto ha cominciato a prospettare una ipotesi. Che può essere quella del trasporto attraverso i torrenti».

Ma scusi se hanno detto che a nord e sa sud della Feniglia non vi è traccia come può essere che all’origine vi sia il trasporto dai torrenti?
«C’è un´altra ipotesi che loro prospettano. E’ quella della presenza nelle correnti ascensionali presenti al largo e con direzione da sud verso nord, di una sorta di “sacca” virtuale in cui si concentrano i rifiuti riversati in mare e che il libeccio che spirava nei giorni scorsi abbia determinato il loro spiaggiamento. Come se nel loro spostamento, la Feniglia avesse rappresentato una sorta di ostacolo. Comunque sia, qualsiasi sarà l’origine che verrà accertata, c’è in fondo una profonda inciviltà da parte di chi questi rifiuti in mare ce li ha gettati e in chi continua a farlo. E’ necessario un maggior rispetto nei confronti di questo nostro grande patrimonio. Che purtroppo non c’è».

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