[28/06/2007] Comunicati

Greenpeace: «Proteggete l’Europa dai rischi degli alimenti Ogm»

LIVORNO. Attivisti di Greenpeace in azione questa mattina in Lussemburgo fuori dal Consiglio per l’Ambiente. Alcuni membri dell’associazione ambientalista hanno issato uno striscione con su scritto: “Proteggete l’Europa dai rischi degli alimenti Ogm”, rivolto ai ministri riuniti per un incontro sul tema. Tra gli argomenti in agenda, il Consiglio discuterà infatti le lacune del processo europeo per l’analisi del rischio applicato agli organismi geneticamente modificati.

La discussione del Consiglio è stata supportata da nuove evidenze scientifiche che dimostrano – spiega Greenpeace in una nota - impatti negativi per la salute dei topi di laboratorio nutriti con mais Monsanto, MON863, già approvato e commercializzato in Europa.

Altri volontari hanno montato una gabbia fuori dall’edificio del Consiglio, all’interno della quale due attivisti bendati mangiano mais geneticamente modificato, rimandando così al fatto che consumando prodotti frutto dell’ingegneria genetica testati impropriamente, i consumatori si trasformano in cavie da laboratorio, protagonisti inconsapevoli di un gigantesco esperimento genetico.

«E’ scandaloso - ha detto Federica Ferrario, responsabile campagna Ogm di Greenpeace Italia - che gli organismi geneticamente modificati non vengano testati coerentemente con la normativa europea, che richiede analisi di lungo termine sugli effetti di questi prodotti per l’ambiente e la salute. Ora, abbiamo anche la prova scientifica che dimostra che i prodotti geneticamente modificati possono avere inaspettati effetti nocivi sulla salute umana e animale, così come sull’ambiente. Anche per questa ragione è importante liberare la filiera di produzione del nostro Parmigiano-Reggiano dal rischio Ogm (vedi greenreport di alcuni giorni fa, ndr). I cittadini europei non devono essere trattati come cavie da laboratorio, esposti al rischio di Ogm nella catena alimentare».

Greenpeace ha chiesto ai ministri «di ritirare l’autorizzazione concessa alla Monsanto per il mais MON863, fino alla rivalutazione del dossier presentato dall’azienda, a sostegno di un sistema di valutazione del rischio rigoroso, indipendente e trasparente che rispetti le istanze legali e sia in grado di garantire la sicurezza».

«Speriamo che – conclude Greenpeace - gli Stati membri chiariscano una volta per tutte che ne hanno abbastanza della conformità incondizionata dell’Efsa (European Food Safety Authority), sostenuta dalla Commissione, a qualsiasi richiesta di introdurre un prodotto Ogm nel mercato europeo. I consumatori, molti dei quali non vogliano mangiare Ogm, si aspettano che i politici mettano la loro salute, la loro sicurezza alimentare e l’ambiente, prima degli interessi economici di poche aziende biotech».

Come si vede la battaglia contro gli ogm è ancora tutta da combattere. E l’Ue su questo piano non sta affatto aiutando. Solo pochi giorni fa, come noto, l’Europa ha detto sì persino all’aumento fino allo 0.9% di ogm accidentale nel biologico. Una decisione che, nella migliore delle ipotesi, equivale ad un’alzata di bandiera bianca, della serie non possiamo farci niente. Mentre nelle peggiore significa aver aperto una breccia attraverso la quale riuscire prima o poi a far accettare a tutti l’uso di organismi modificati geneticamente. E sapete con quale motivazione forse si potrebbe arrivare a questo vista la china che pare aver preso la questione? Che già ci sono e sono incontrollati. E quindi siccome li mangiamo probabilmente da tempo senza che neppure ce ne accorgiamo perché non si è riusciti a limitare la sperimentazione in laboratorio, ebbene tanto accettare l’ineludibile.

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