[28/06/2007] Energia

D´Angelis: «Sull´energia geotermica è necessario cambiare rotta»

FIRENZE. Il tema dell’energia è prioritario. Diversificare le fonti di approvvigionamento e investire sulle rinnovabili privilegiando le fonti e le tecnologie a minore impatto sul clima è la rotta della Toscana. Abbiamo buone carte da giocare. Siamo l’unica Regione geotermica d’Europa, produciamo il 99% dell’energia geotermica europea in condizioni di monopolio. La geotermia è, quasi da sola, con 31 centrali, la fonte rinnovabile più rilevante della Regione che garantisce il 24.9% di produzione di energia elettrica, il 2 per cento dell’energia prodotta in Italia. Abbiamo tutte le condizioni per chiudere positivamente la lunga trattativa con Enel.

Esistono ancora spazi per poter utilizzare la geotermia sia per usi elettrici che diretti di calore. Le cifre presentate da Enel parlano chiaro: un piano di rilancio della produzione geotermica con 400 milioni di euro di investimenti e un incremento del 10% di produzione. Un obiettivo importante che però richiede da parte di Enel impegni consistenti in materia di impatto paesaggistico, ambientale, sanitario e per l’occupazione. Sappiamo che occorre voltare pagina, in particolare sull’Amiata evitando gli errori di localizzazione e gestione e di impatto paesaggistico, olfattivo, di rumore e inquinamento dell’acqua. La geotermia deve essere una opportunità anche sul versante della nuova occupazione: i dipendenti sono oggi circa 1000 con un indotto che intercetta marginalmente il sistema delle imprese locali. E’ anche un campo di applicazione di ricerca e di innovazione tecnologica su cui fondare lo sviluppo della competitività regionale. Ma deve contribuire a creare ricchezza sui territori: non possiamo più essere gli emiri proprietari del ‘petrolio bianco’ con l’handicap di lasciar gestire ad altri i profitti.

L’impatto economico a fronte di un fatturato stimato dalla Regione in circa 500 milioni di euro l’anno, i contributi per i titoli geotermici a favore della Regione e degli enti locali si attestano non oltre i 10 milioni di euro. Un clamoroso divario fra ricchezza generata da una risorsa del territorio e ricchezza a disposizione del territorio che può essere molto migliorato. Così come la ricaduta attraverso il teleriscaldamento sulle comunità locali.

*Presidente della Commissione Ambiente e Territorio

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