[02/07/2007] Comunicati

Dpef e sostenibilità, Vigni: «Bene e serve anche collegato ambientale alla finanziaria»

LIVORNO. «Con le misure indicate nel Dpef l’Italia può fare un salto di qualità nell’attuazione del protocollo di Kyoto, nelle politiche per l’ambiente e per l’energia. E’ il cambio di passo che avevamo chiesto ed auspicato». Così Fabrizio Vigni, esponente Ds e portavoce nazionale di Sinistra Ecologista commenta il documento di programmazione economica e finanziaria presentato dal governo.

«La sostenibilità ambientale è una delle linee guida del Dpef – continua Fabrizio Vigni (Nella foto) –. Già nel primo anno di lavoro il governo Prodi ha varato alcuni importanti provvedimenti sull’efficienza energetica e sulle fonti rinnovabili. Serve ora un quadro organico e forte di misure per la riduzione delle emissioni di CO2 che, se accompagnate da politiche industriali e fiscali coerenti, possono consentire all’Italia non solo di fare la propria parte nella tutela del clima, ma anche di promuovere investimenti verso le tecnologie pulite e le energie rinnovabili, con benefici per l’economia e per la competitività del paese. Diamo dunque un giudizio positivo sul Dpef – conclude il portavoce nazionale di Sinistra Ecologista –. Pensiamo anche che sarebbe utile prevedere fin d’ora un collegato ambientale alla finanziaria».

Critiche positive al Dpef sono arrivate anche dalla Campagna delle Nazioni Unite per gli obiettivi del millennio. Tra i quali uno dei più importanti è “assicurare la soetnibilità ambientale, con il traguardo di integrare i principi di sviluppos sostenibile nelle politiche e nei programmi dei paesi, arrestare la perdita delle risorse ambientali, dimezzare il numero di persone che non hanno accesso all’acqua potabile L´Italia, commentano, sembra determinata a recuperare la propria credibilità internazionale, ponendo la cooperazione tra gli elementi fondamentali della programmazione del governo.

Con l´aumento del 50% chiesto e ottenuto dal viceministro degli esteri Patrizia Sentinelli per tutte le risorse destinate all´aiuto pubblico allo sviluppo, secondo la coordinatrice della Campagna in Italia Silvia Francescon, "la voce dell´opinione pubblica e della società civile italiana sembra essere stata finalmente ascoltata".

Se l´impegno sarà rispettato, sottolinea, ciò porterebbe l´Italia a raggiungere nel 2008, anche se con due anni di ritardo, lo 0,33% dell´aiuto allo sviluppo. Ma ancor più importante di questo, secondo Francescon, è il fatto che il governo "abbia riconosciuto di definire esplicitamente e di quantificare il progressivo aumento delle risorse destinate all´aiuto allo sviluppo".

Sostenibilità ambientale, dunque, e sostenibilità sociale che alcune volte possono anche andare a braccetto. Trattandosi comunque di un documento di programmazione economico e finanziario ora il punto vero è vedere che cosa effettivamente sarà fatto. Come ha detto Realacci a greenreport alcuni giorni fa: «Il segnale è buono, ora servono fatti concreti e stanziamenti».

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