[03/07/2007] Rifiuti

Colmata di Bagnoli a Piombino, minoranze unite nel dire no

LIVORNO. Un telegramma con cui si richiede al sindaco di Piombino di non firmare il protocollo sul trasferimento dei fanghi di Bagnoli a Piombino è stato firmato da tutte le minoranze comunali: Rifondazione, Lista civica, An e Verdi. Gli stessi partiti poi, ad eccezione dei Verdi che si trovano in una situazione assai delicata in quanto primo sponsor dell’operazione che potrebbe portare a Piombino 900mila tonnellate di rifiuti è il ministro Alfonso Pecoraro Scanio, hanno indetto una conferenza comune per gridare il loro dissenso al metodo e, seppur con qualche distinguo, anche al merito dell’iniziativa.

«Noi ne facciamo questione generale – spiega Alessandro Favilli di Rifondazione – su questa storia non c’è coinvolgimento ora e non c’è stato prima. Questo atteggiamento del sindaco lo conosciamo bene, ma qui è davvero incredibile. Si parla di 900mila tonnellate dei quali già 230mila classificati pericolosi da Napoli a Piombino. Il sindaco vorrà discutere la cosa con i cittadini? Che appena un mese fa hanno scoperto 35 ettari di discarica abusiva dentro la Lucchini della stessa roba che ora si vuole portare dalla Campania?».

Domenico Natale della Lista civica di centrodestra rincara la dose: «Il sindaco ci ha presi in giro – spiega - Anselmi ha ricevuto la bozza del protocollo il 26 giugno alle 10,49, ma il giorno dopo che c’era consiglio ha taciuto la cosa. Il 28 ha continuato a tenere nascosto il protocollo finché il 29 non l’ha mandato alla stampa e contestualmente ai capigruppo. Poi viene a dire apriamo la discussione in 3 giorni e oggi addirittura fa l’arrogante simulando di voler ulteriori garanzie per firmare il protocollo».

Natale mette in evidenza anche la questione del trattamento delle tonnellate già classificate come pericolosi. «Nel nostro bacino non c’è nessuno autorizzato a trattarli, neppure la Tap quando e se un giorno sarà funzionante – dice - ma ecco che ancora una volta si scopre, perché nessuno ce lo dice, che per questo scopo tra Asiu e Agrideco di Scarlino, che è autorizzata a trattare i pericolosi, è già stato siglato un accordo, ovviamente senza evidenza pubblica».

Nel pomeriggio arriva anche la presa di posizione dei Verdi della Val di Cornia: «Gli elementi da chiarire e da valutare sono quelli della tipologia dei materiali da conferire, delle modalità del loro trasporto e del loro trattamento in loco prima dell’utilizzo finale nelle vasche di colmata - dice Marco Chiarei - In poche parole quali provvedimenti si intendano adottare per la sicurezza dell’ambiente, nonché dei lavoratori interessati alle operazioni».

In questo contesto tecnico-ambientale si inserisce anche la questione TAP. «Noi Verdi – prosegue - non vediamo conflittualità tra l´obiettivo prioritario della Tap, cioè il trattamento dei rifiuti siderurgici prodotti in loco, e l’eventualità di ampliare gli obiettivi industriali della società con impianti per il trattamento di altri materiali».

Sull´aspetto politico i Verdi della Val di Cornia sottolineano al necessità di «trasparenza, condivisione e partecipazione pubblica all´altezza della complessità della questione: la discussione di questi temi non può essere relegata ai soli tavoli tecnico-istituzionali. Su questo aspetto, troppo spesso ignorato e sottostimato (come si è verificato anche per la centrale a biomasse di Montegemoli), gli amministratori locali devono, anche se con ritardo, rendere conto ai cittadini avviando un reale processo partecipativo anche attraverso lo svolgimento di un Consiglio Comunale aperto. Né le ragioni dell´ambiente e della salute pubblica, né quelle della partecipazione possono essere aggirate da scorciatoie di comodo.

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